Gioia dei Marsi. Evidentemente ad aspettare la fine del lockdown non erano solo le persone, ma anche una mandria di bovini che ha sconfinato, senza alcuna autorizzazione e soprattutto senza controllo, in un’area del Parco con circa un mese di anticipo rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. L’episodio è accaduto nei giorni scorsi in località Templo, nel Comune del Gioia dei Marsi, dove i bovini si sono recati perché incustoditi nell’area di svernamento, ubicata più a valle.
Grazie ad un’operazione congiunta tra il servizio di sorveglianza del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e i carabinieri forestali della stazione parco di Gioia dei Marsi, si è riusciti a risalire alla proprietà del bestiame, identificare il titolare dell’allevamento ma, soprattutto, a ottenere che il bestiame tornasse nell’area di provenienza, nel rispetto delle vigenti normative regionali, del Parco e della Rete Natura 2000.
Il trasgressore sarà deferito all’Autorità Giudiziaria per pascolo abusivo in area protetta e verbalizzato con una sanzione amministrativa di alcune migliaia di euro, derivante dall’applicazione della L.R. 3/2014.
Sempre nell’ambito dei controlli territoriali finalizzati al rispetto delle norme a tutela del territorio e del bestiame domestico, nei giorni scorsi, nell’ambito di un’operazione finalizzata alla verifica della presenza di esche e bocconi avvelenati in comune di Montenero Valcocchiara, nell’area contigua del versante molisano del Parco, è stato rinvenuto un altro deposito abusivo di carcasse di domestici morti. In particolare Guardiaparco e Carabinieri Forestali del Nucleo Cinofilo Antiveleno di Frosolone hanno riscontrato i resti di almeno 7 bovini adulti e 1 equino, tutti vecchi di qualche settimana. Anche questa volta l’area interessata è quella del pantano Zittola, non molto distante dal sito dove non più tardi di qualche settimana fa era stata accertata una situazione analoga, a conferma, purtroppo, del fatto che l’episodio denunciato non era un caso isolato.
Di quanto accertato si riferirà alle competenti autorità, ma soprattutto si interesserà il servizio veterinario dell’Asrem di Isernia per richiedere una verifica in merito all’eccessivo numero di capi deceduti e illegalmente abbandonati sul territorio, temendo la presenza di una eventuale patologia diffusiva pericolosa.
“Le attività di controllo del territorio”, dichiara il direttore del Parco, “hanno la duplice finalità di garantire il rispetto delle norme che tutelano specie ed habitat protetti, ma anche quelle a favore dei tantissimi operatori che nel settore agro-zootecnico investono risorse per offrire prodotti di qualità e contribuire all’equilibrio degli ecosistemi naturali. Anche per questo il Parco crede e si adopera, ormai da alcuni decenni, per garantire la continuità dei mestieri e delle attività agrosilvopastorali del territorio, supportando agricoltori e allevatori con indennizzi per danni da fauna. Ovviamente tutto questo è possibile soprattutto se le attività agricole e zootecniche vengono svolte con attenzione alle norme sull’ambiente e attenzione verso i colleghi, quindi in un clima di rispetto e collaborazione”.