Rocca di Mezzo. Un parto rarissimo sull’Altopiano delle Rocche, in una delle stalle dell’azienda che fa capo a Giannicola Carriti, 41enne di Rocca di Mezzo: sono nati tre vitellini gemelli. Si tratta di un parto rarissimo. “Da quando alleviamo questi animali non era mai accaduto”, racconta Carriti, “in trent’anni di azienda non ne abbiamo memoria. Su questo territorio non è mai stato raccontato”.
Carriti ha 41 anni e racconta dell’emozione quando la mucca, una frisona italiana, poco più di una settimana fa, ha partorito i tre piccoli. Il timore è che non sopravvivessero tutti e invece è andato tutto bene. Mentre mostra i tre vitellini, la mamma ci guarda la lontano. I tre piccoli sono due maschi e una femmina.
Il papà invece è un toro di razza chianina. Sta nel locale di fianco. Carriti racconta che nella sua stalla d’estate arrivano i turisti romani con i bambini. “Ci raccontano che i pediatri in città consigliano di far visita ai nostri allevamenti. A Rocca di Mezzo si può godere di aria buona e di natura e anche l’odore della stalla fa bene, perché è salutare, al posto dello smog”.
Il parto c’è stato nella stalla in località Colle Rosa. Qui tutto accade sotto lo sguardo vigile di un enorme cane pastore. Si chiama Orso e si avvicina solo per accertarsi delle nostre buone intenzioni. Gli altri animali sono al pascolo nella zona del Sirente. L’azienda ha 30 anni ed è stata tramandata di padre in figlio. Prima il nonno Nicola, poi il papà Ennio e ora Giannicola Carriti. Si allevano animali per la carne e per il latte. Questo viene acquistato e distribuito, non solo sull’Altopiano delle Rocche.
“Abbiamo circa 250 capi e riusciamo anche a dare lavoro a un paio di dipendenti che tutti i giorni affrontano questo lavoro con passione”, racconta Carriti che è anche consigliere comunale di minoranza. “Che questo parto così raro sia di buon auspicio per questo paese”, va avanti l’allevatore che tra qualche giorno tornerà nella competizione elettorale nella lista del candidato sindaco Emilio Nusca.
“Questo posto ha bisogno di autenticità”, conclude, “dobbiamo riportare le persone, legandole al territorio, alle tradizioni, alle usanze e ai vecchi mestieri. Altrimenti qui si rischia di scomparire. Bisogna impegnarsi e metterci la faccia. Oggi Rocca di Mezzo si presenta spenta, manca di attrattiva. E non è giusto, perché noi abbiamo la fortuna di vivere in posti ricchi di ogni tipo di bellezza offerta dalla natura. Di monti soprattutto e di tutta quella ricchezza che solo le montagne sanno regalare”.