Avezzano. “Che senso ha”, esordisce il deluso presidente Paris, dopo la sconfitta contro il modestissimo Muravera, “continuare a fare calcio vero nella mia città, quando della squadra cittadina non frega quasi nulla a nessuno?… Oggi abbiamo raggiunto il minimo storico in serie D. 209 paganti, oltre ad una settantina di abbonati. Io sono fiero di essere avezzanese, ma non posso dire la stessa cosa degli oltre 42.000 abitanti che non vengono allo stadio. Dopo sette anni di presidenza e gestione oculata e vincente, speravo in un ritorno del pubblico biancoverde, ma agli avezzanesi non frega nulla della compagine calcistica (vedi il dato degli abbonati…). Dunque, non mi resta che dire che il calcio avezzanese è finito. Cerco nuovi soci perché non ha più senso fare calcio nella mia città. Non mi sento affatto stimolato. Si vince in tanti, vincere dinanzi a pochi è sempre una vittoria a metà. Perché un presidente come me, non si trova facilmente. Folle, innamorato della maglia e dello spogliatoio. Che investe sul calcio e sugli uomini. Un presidente che ha trovato l’onestà di un direttore sportivo come Stefano De Angelis e l’oculatezza di mister Tortora. Un presidente che ha trovato in Luigi Cariola una voce fuori dal coro. Appassionato, sincero, tifoso come me. Poco fa ho chiesto a Cariola, ‘Cosa faresti tu al posto mio?’ La risposta del direttore commerciale è stata: ‘E’ dura. Hai ragione. Troviamo acquirenti’. Ebbene, è così. Vado avanti per amore, ma da oggi il direttore commerciale Luigi Cariola sa quello che deve fare. Meglio cedere il club a persone che possano sopportare la latitanza di pubblico al dei Marsi. Io non ci riesco più! Incasso odierno di 1.870 euro. Dunque, cifre che non sono sostenibili e che mi inducono a vendere la società al migliore offerente. Se non ci saranno acquirenti seri, continuerò con dignità e amore fino al termine della stagione, poi si vedrà. Ai miei ragazzi, al mister e al diesse chiedo scusa dello sfogo, ma stavolta abbiamo raggiunto il fondo e se mi sono rialzato tante volte, dopo delusioni accecanti, beh, stavolta rimarrò seduto, in attesa di trovare gente seria in grado di sopportare l’indifferenza di una città morente. In ultimo sono vicino all’amico Ugo Marziale, colpito da un attacco di cuore durante la partita odierna. Sette anni di battaglie insieme, possono valere qualche suono stonato del tamburo… Forza Ugo”, conclude Paris, “devi farcela”.