Pescina. “La cattura dell’orso per portarlo dentro un recinto offende l’Abruzzo. Offende gli abruzzesi. Juan Carrito e tutti i nostri orsi devono vivere in natura. Liberi. Liberi di andarsene in montagna. Gli orsi sono il simbolo della nostra Regione. Se catturiamo Juan Carrito allora gli orsi catturiamoli tutti, perchè di orsi confidenti ne arriveranno altri”.
A parlare è Tiziano Iulianella, proprietario dell’azienda zootecnica di Pescina che porta il suo nome, ex amministratore comunale, sempre molto attivo sui social dove già in passato ha intrapreso campagne a difesa della zootecnia. Lo stesso Iulianella, ad aprile del 2019 ha ricevuto la “visita” di Amarena, la mamma di Juan Carrito, orsetto di due anni di cui è in corso il trasferimento in un’area faunistica a Palena, in provincia di Chieti.
Amarena fece razzia nella sua stalla e Iulianella parlò sui social della “colazione da Tiffany” così da rendere virale il suo post in pochissimi minuti.
“Ci piace tanto vantarci della Regione Verde d’Europa. Ma solo a parole. Cosa siamo diventati? Catturiamo un orso e lo mettiamo in cattività? Dentro un recinto? Quanti sono gli orsi in Abruzzo? Questi sono i nostri orsi, sono il simbolo della nostra Regione. Ho visto guardia parco del Pnlam per mesi dietro a questi animali. Di giorno, di notte. Sono venuti nelle nostre aziende quando arrivavano gli orsi. Hanno fatto verbali. I danni ci sono sempre stati rimborsati. A chi sta dando fastidio quest’orso? A chi ha fatto del male per meritare questa fine?”, incalza l’allevatore che spesso usa i social per sensibilizzare su temi “cari” agli abruzzesi: come la pastorizia, la transumanza, il prezzo della lana e del latte.
“Mi batterò a spada tratta per la libertà di questo esemplare eccezionale. Non lo vogliono l’orso? Allora togliessero la sua faccia dalla nostra Regione. Quello che sta accadendo è semplicemente vergognoso”, conclude, “si parla tanto di biodiversità, di conservazione della specie. La difesa della natura sta nella Costutizione Italiana, nell’articolo 41. La natura non sono solo gli alberi. Questa sera ho sentito un’intervista del presidente del Parco della Maiella Lucio Zazzara che ha dichiarato che non appena finisce il cattivo tempo l’orso sarà di nuovo liberato. E che nel frattempo sarà educato. Sono le persone che vanno educate, egregio presidente, no gli orsi”.
E così, questa sera, Iulianella ha pubblicato l’immagine di Juan Carrito lanciando l’hashtag #juancarritolibero. Intanto a Roccaraso le trappole per catturare l’orso sono state attivate. E così l’uomo traendo in inganno l’orso confidente, che per tutti questi mesi si è fidato di lui, finirà su un camion dove è stato messo del cibo per attirarlo e poi non ne uscirà, perchè rimarrà “intrappolato” per poi essere trasportato a Palena.
LA NOTA ALLA STAMPA DEL PARCO MAIELLA
Parco Maiella, intervento in emergenza per tutelare Juan Carrito
Dopo mesi di intensa attività di monitoraggio e dissuasione, condotta inizialmente dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in collaborazione con gli attori istituzionali Patom (Piano d’azione nazionale per la tutela dell’orso bruno Marsicano), il Parco Nazionale della Maiella, a supporto della Regione Abruzzo e in esito a interlocuzioni con Prefettura dell’Aquila e sindaco di Roccaraso, è in queste ore a Roccaraso (L’Aquila), impegnato in un’operazione per la tutela dell’orso Juan Carrito.
Da quando l’orso è uscito dalla tana un mese fa, le attività di monitoraggio e gestione sono entrate in una nuova fase, ora si procederà alla cattura dell’animale per un suo temporaneo trasferimento nell’area faunistica dell’orso di Palena (Chieti).
Passata l’emergenza, Juan Carrito sarà portato via e da allora partiranno iniziative per valutare se si possano ancora eliminare o ridurre i comportamenti problematici/confidenti e consentire la permanenza dell’orso nel suo ambiente naturale.
Negli ultimi giorni, nonostante la presenza dei tecnici e dei Carabinieri Forestali, a Roccaraso la curiosità dei turisti aveva generato situazioni di pericolosità. L’orso di 2 anni si presenta nel centro abitato anche in pieno giorno, la sua alimentazione è ormai costituita da soli alimenti di origine antropica, sparito ogni timore nei confronti dell’uomo. Una situazione, sottolineano dal Parco della Maiella, che ha richiesto un intervento per salvare il plantigrado da situazioni potenzialmente molto pericolose per sé e per le persone. Juan Carrito è uno dei pochi individui di orso bruno marsicano che sopravvivono solo sull’Appennino Centrale. L’intervento attuale coinvolge tutti i soggetti istituzionalmente competenti, in primis la Regione Abruzzo, e ha ricevuto il parere favorevole di Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e l’autorizzazione del Ministero della Transizione Ecologica: l’obiettivo è tutelare Juan Carrito e cercare di evitarne la captivazione definitiva.
“Nel frattempo – si legge in una nota del Parco – chiediamo a chi si trova a Roccaraso di seguire le indicazioni ricevute dallo staff del Parco della Maiella e dai Carabinieri Forestali”.
LA POSIZIONE DEL WWF ABRUZZO
WWF: “Con l’orso Juan Carrito comportamenti sbagliati”
“L’orso o lo vogliamo o non lo vogliamo, se diciamo di volerlo, allora dobbiamo fare di tutto perché possa frequentare in maniera sicura e naturale i nostri territori, senza farne un animale da circo attratto nei paesi affinché i turisti possano fotografarlo con i telefonini”.
È quanto dichiara Dante Caserta, vice presidente Wwf Italia, intervenendo nella vicenda dell’orso Juan Carrito, uno dei quattro della cucciolata di Amarena, negli ultimi tempi avvistato più volte a Roccaraso (L’Aquila).
“L’Ispra, rispondendo a una richiesta del 3 marzo formalizzata da Parco Nazionale della Maiella e Regione Abruzzo di concerto con gli altri enti coinvolti – ricorda il Wwf – ha dato parere favorevole alla cattura dell’Orso M20”. Il Wwf ricorda che l’orso marsicano è una specie presente solo in questo territorio con una sessantina di individui: “perderne anche solo uno sarebbe un duro colpo alla possibilità di salvezza dall’estinzione della popolazione e agli sforzi di conservazione messi in campo in primis da Parchi e associazioni, anche grazie a progetti come il LIFE ARCPROM “. L’orso, da tempo radiocollarato, ricorda ancora la nota Wwf, era stato già catturato lo scorso dicembre e rilasciato in montagna, ma poco dopo era tornato a frequentare Roccaraso.
Nell’area faunistica di Palena (Chieti) dove sarà portato dopo la cattura sono già presenti tre femmine di orso di origine euro-asiatica. “Pur nella consapevolezza che la complessità della situazione non poteva avere soluzioni semplici, resta da chiedersi se è stato fatto veramente tutto per evitare un passaggio così triste”.
“Sicuramente va dato atto al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise di aver messo in atto uno sforzo notevole seguire Juan Carrito, con collaborazione con enti come il Parco Nazionale della Maiella, per evitare la sua cattura: a tutti i veterinari, guardia-parco, Carabinieri-forestali va un grande ringraziamento. Ma sono mancate quelle attività gestionali e di prevenzione che si sarebbero dovute svolgere nelle aree interessate dalla presenza dell’orso, a partire da Roccaraso.
Abbiamo visto comportamenti profondamente sbagliati che non hanno fatto altro che rendere sempre più confidente Juan Carrito. La mancanza di misure di prevenzione basilari come i cassonetti anti-orso, il ripetuto abbandono di cibo in strada, il continuo rincorrere l’orso anche con cani a seguito sono comportamenti che da anni si raccomanda di evitare e che invece si sono ripetuti per mesi senza alcuna sanzione”.
“Rischiare di perdere un giovane di orso marsicano, sottraendolo alla sua vita naturale per rinchiuderlo in un’area faunistica a causa di mancate azioni di prevenzione da parte di enti competenti, a partire dai Comuni, è un atto gravissimo per la conservazione della specie”.