Avezzano. È prevista il primo giugno la ripresa delle attività di riapertura di parrucchieri ed estetiste ma Confesercenti Abruzzo Immagine e Benessere non ci sta e lancia l’appello a Comuni e Regione.
“Gli imprenditori sono delusi e preoccupati, quasi un mese di ulteriore rinvio per le attività commerciali ed addirittura di più per ristoranti, bar e servizi alla persona, vuol dire aggravare ulteriormente la situazione economica, con il rischio concreto che molte attività chiudano per sempre. Presidente, noi siamo pronti a far ripartire le attività commerciali già dal 4 di maggio. La possibilità delle vendite d’asporto è positiva: ma anche ristoranti, bar e servizi alla persona possono organizzarsi in totale sicurezza per riaprire prima. La cosa che le imprese oggi ci chiedono è solo una: riaprire al più presto. Dobbiamo trovare delle soluzioni per coniugare salute e ripartenza, altrimenti l’emergenza sanitaria diventerà una catastrofe economica paragonabile ad una guerra. Noi siamo pronti a definire protocolli di sicurezza aggiuntivi, specifici per le nostre attività: per questo Le chiediamo di incontrarci immediatamente, per discutere la riapertura anticipata e dare certezze alle imprese dimenticate da questo Dpcm”.
Questo ha scritto, appena reso noto il testo del nuovo decreto del 26 aprile, la presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise, al presidente del Consiglio Conte, chiedendo al governo un incontro immediato per dare certezze alle imprese dimenticate. Tra queste, come indicato anche dalla presidente, ci sono anche parrucchieri ed estetiste. “Facciamo nostra la preoccupazione e la delusione della De Luise ed anzi registriamo una rabbia diffusa tra la categoria”, così denunciano i rappresentanti di Confesercenti Abruzzo – Immagine e Benessere, Figliolini Filiberto ed Arianna Pulsoni, “la situazione è ancora più inaccettabile se si considera che a tutt’oggi le nostre imprese non hanno alcuna certezza rispetto agli aiuti annunciati, pure a fondo perduto, che dovevano essere emanati con il famoso Decreto Aprile”.
“E intanto i costi decorrono”, sottolineano, “affitti, bollette, tributi e quant’altro. Le nostre attività dei servizi alla persona sono in grado di organizzarsi in totale sicurezza per riaprire prima di quanto annunciato dal Governo. A livello nazionale abbiamo elaborato e presentato proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia e sanificazione. Anche a livello locale, insieme alle altre associazioni di categoria, abbiamo elaborato un protocollo preciso e dettagliato su un pacchetto di misure e accorgimenti specifici per garantire la sicurezza sanitaria della clientela. Abbiamo avuto incontri con diversi sindaci ed amministrazioni Comunali”, precisano, “presentando le nostre proposte per consentire la riapertura delle attività, nel rispetto delle misure igienico-sanitarie ed attraverso una rimodulazione delle modalità di lavoro tali da assicurare una ripresa in completa sicurezza”.
“Pur non entrando in questioni più strettamente mediche e/o scientifiche che possono consigliare al Governo un’azione improntata alla prudenza”, proseguono Filiberto Figlioni, responsabile nazionale degli acconciatori di Confesercenti Immagine e Benessere e Arianna Pulsoni, responsabile regionale dell’estetica e membro del direttivo nazionale di Confesercenti Immagine e Benessere, “non capiamo una simile decisione e chiediamo che anche le attività di acconciatori ed estetiste possano riprendere la loro attività entro brevissimo tempo. Nel mentre la nostra associazione nazionale fa pressioni dirette sul Governo, noi, chiediamo un intervento alla Regione Abruzzo, perché si faccia carico del problema e, come nei suoi poteri, lo sottoponga alla Conferenza Stato Regioni, organismo deputato al confronto costante e diretto con il Governo”.
“Già la scorsa settimana”, continuano i due, “Confesercenti Abruzzo ha inviato al presidente Marsilio e all’assessore Febbo delle schede sul riavvio e la messa in sicurezza delle varie attività, tra le quali quella inerente i servizi alla persona, con indicazioni e garanzie precise da parte nostra. Auspichiamo che un intervento sul Governo “congiunto”, tra organizzazioni sindacali nazionali e Regioni, possa convincerlo a rivedere le pessimistiche previsioni di riapertura per le nostre attività, annunciare ieri in conferenza stampa e muoversi con modalità e calendari di riaperture modulati anche in funzione dei dati relativi alla diffusione epidemica sui diversi territori. Nel frattempo, torniamo a chiedere con forza alla Regione interventi concreti a sostegno delle micro imprese, soldi a fondo perduto per coprire i costi di questi mesi di inattività ed ai Comuni non la sospensione ma la cancellazione totale di Tari, Tasi ed Imu almeno per il periodo di chiusura”, concludono, “ed uno sconto del 50% per i mesi successivi fino a fine anno”.