#ParrocchiaLive oggi è in compagnia di don Francesco Grassi, alla guida della parrocchia della Basilica dei Santi Cesidio e Rufino di Trasacco. Gli abbiamo chiesto di rispondere a qualche domanda per conoscere più da vicino la sua realtà. Ecco cosa ci ha raccontato.
Quale crede sia il miglior modo di dialogare con i fedeli oggi?
La presenza è il Facebook umano. Per me la comunicazione non deve essere virtuale quindi fatta di media, social e web. Credo che la presenza fisica sia ciò che dà maggior sicurezza. È questo che in fondo fa il sacerdote: parlare, confrontarsi e rassicurarsi con la comunità, dandole speranza anche solo guardandola negli occhi o stringendole la mano.
Che tipo di rapporto si è instaurato con i giovani?
Con i giovani si dialoga. Con loro c’è un rapporto paterno. Mi limito a comunicare il messaggio di fede e attendo che il seme della parola germogli nel loro cuore. Solo in questo modo potranno comprendere la missione e i progetti che Dio ha riservato per loro, senza alcun tipo di vincoli e obblighi.
Con quali parole descriverebbe l’identità della sua parrocchia?
La mia è una parrocchia che ha bisogno ancora di tanto lavoro. Necessita di amore, affetto e, soprattutto, comprensione.
Che tipo di difficoltà si riscontrano nella gestione di una parrocchia?
Le difficoltà ci sono tutti i giorni. Soprattutto quando la parrocchia è in un momento storico particolare e quindi, come un bambino appena nato, ha bisogno di tanta cura e attenzione. Come si nota la crisi economica nelle famiglie si nota una leggera crisi anche nel mondo parrocchiale. Ma mi fido della provvidenza e vado avanti, come tutti.