Settimo appuntamento con la rubrica #ParrocchiaLive. Sarà don Ennio Tarola a farci compagnia questa domenica. Il parroco della Santissima Trinità di Avezzano, ex direttore della Caritas, ha raggiunto proprio quest’anno un traguardo importante: 50 anni di sacerdozio. Ecco cosa ci ha detto.
Che tipo di approccio adottate oggi per dialogare con i fedeli?
I canali che usiamo per comunicare con i fedeli sono diversi. Oltre alle tradizionali metodologie, ci siamo adattati alle necessità che il mondo di oggi ci richiede. Nonostante ciò, per noi la famiglia rimane la realtà più preziosa attraverso cui poter dialogare, confrontarsi e soprattutto offrire un cammino di crescita dei valori fondamentali per la costruzione dell’identità di fede. Perciò curiamo molto i rapporti con le famiglie della parrocchia proprio perché attraverso di esse diffondiamo i nostri messaggi. La parrocchia è un porto di mare: le persone vanno e vengono. È una sorta di vulcano che dobbiamo riuscire a domare costruendo legami diretti, rigidi e forti.
Come rispondono le nuove generazioni?
Nella nostra parrocchia i giovani si rendono protagonisti. Sono diverse le attività e manifestazioni loro dedicate come, ad esempio, il campeggio estivo. In particolar modo, l’Azione Cattolica Ragazzi è l’organizzazione che opera in questo campo e si presenta come proposta formativa che accompagna i più giovani in un percorso di crescita. Oggi è difficile riuscire ad avvicinare i ragazzi singolarmente. Sono le famiglie della parrocchia che fungendo da intermediarie, ci permettono di instaurare legami che vanno ad intensificarsi sempre di più con il passare del tempo.
Qual è l’obiettivo principale che la parrocchia persegue?
Abbiamo cercato negli anni di creare una realtà composta da gruppi differenti (adulti, giovani, famiglie etc), alla cui base c’è il dialogo. L’obiettivo è quello di dare vita a una comunità, di diffondere l’idea di cittadinanza, appartenenza, partecipazione attiva e impegno religioso all’interno della nostra parrocchia e del territorio.
Quali sono le difficoltà che ha riscontrato nella gestione della parrocchia?
La parrocchia si è formata ed è cresciuta in un contesto complicato. La maggior difficoltà è quella di riuscire a rendere realizzabile l’obiettivo che ci siamo prefissati. Creare una coscienza di gruppo che deve associare la parrocchia non alla singola figura del prete bensì all’immagine di tutti i fedeli che lavorano insieme per crescere sempre di piú all’interno del proprio territorio.