#ParrocchiaLive fa tappa a Tagliacozzo. Don Bruno Innocenzi ci farà compagnia in questa prima domenica del nuovo anno. Ecco cosa ci ha raccontato sulla realtà della parrocchia dell’Annunziata.
Con il tempo la comunicazione si è trasformata. Oggi che tipo di approccio si adotta per dialogare con la comunità?
Ci sono metodi tradizionali di evangelizzare e stare in mezzo alla gente: la liturgia, la catechesi e le occasioni culturali che offriamo con i corsi biblici e i corsi relativi alla lettura e studio del Vangelo ne rappresentano qualche esempio. Questi momenti risultano essere una ottima occasione di comunicazione con i fedeli. Al tempo stesso ci stiamo modernizzando attraverso la proposta di usi di nuove teconologie come il web, i social etc. Disponiamo, infatti, di un apposito sito dedicato alla parrocchia che ha una funzione prettamente informativa. Inoltre, diffondiamo periodicamente un pieghevole A4 che io chiamo “lettera ai fedeli”, con l’obiettivo di aggiornare su attività e momenti importanti della vita della chiesa ma anche di confidarsi con loro.
Quale tipo di rapporto si è instaurato con i giovani? Come rispondono le nuove generazioni?
Purtroppo, non supportati dalle famiglie come invece accade prima della ricezione dei sacramenti, i giovani dopo la Cresima fuggono. Nei momenti di grandi eventi e collaborazione, però, rispondono con molta partecipazione. Dopodiché riaffora l’indifferenza e la lontananza dalla chiesa. Lontanza spero soltanto fisica e non spirituale. Ciononostante abbiamo un esiguo gruppo di ragazzi che vive la spiritualità del servizio liturgico e anche del servizio caritativo; ci rechiamo nella mensa dei poveri di Roma a Colle Oppio e abbiamo un coro liturgico che oltre a rallegrare le nostre funzioni, sta girando le frazioni per tenere piccoli concerti.
Qual è il carattere identitario della parrocchia della Santissima Annunziata?
Tagliacozzo di per sé ha un “titolo” particolare (presente anche sul cartello di benvenuto) che la identifica e la contraddistingue: città d’arte. Come tutte le forme di arte, dunque, anche la caratteristica della nostra parrocchia è l’accoglienza. La maggior parte dei turisti che frequenta questo posto si integra sia dal punto di vista culturale che spirituale. Noi li facciamo sentire parte della nostra realtà invitandoli a partecipare a giornate di silenzio, di ammirazione della natura, di preghiera. Così come facciamo con i numerosi gruppi storici ed etnici (uomini e donne albanesi, rumeni, biellorussi). A Tagliacozzo viviamo in un’unica casa canonica e ci dividiamo servizi e lavori pastorali. Le parrocchie in questo modo godono di una longevità storica plurisecolare e regalano una bella testimonianza di come si vive la fede.
Quali sono le difficoltà che si riscontrano nella gestione di una parrocchia?
Qualche difficoltà emerge in seguito alle numerose attività di cui ci prendiamo carico. Dalle visite agli anziani e ai malati all’istruzione religiosa rivolta a più di 150 ragazzi, fino a opere di carità verso i poveri e bisognosi che sono sempre più numerosi. A proposito di quest’ultima attività, posso dire che noi sacerdoti, insieme a tutta la comunità, eseguiamo un bel lavoro di selezione e distribuzione del vestiario e dei viveri secondo precise norme. Inoltre, con il tempo l’incremento degli edifici di culto che costellano la città rende sempre più pesante l’impegno legato alla dimensione economica e di gestione/manutenzione delle chiese.