Nuovo appuntamento con la rubrica #ParrocchiaLive. Oggi al centro del nostro racconto c’è la realtà parrocchiale di Capistrello. In un’intervista esclusiva don Antonio Sterpetti ci ha parlato della sua lunga esperienza, ricca di momenti di gioia e festa ma anche di difficoltà.
La comunicazione si sta sempre più trasformando. Oggi qual è l’approccio che utilizza per dialogare con la comunità?
La comunicazione che avviene guardandosi negli occhi è, senza dubbio, quella più produttiva. Grazie ai numerosissimi incontri che organizziamo settimanalmente, ho la possibilità di confrontarmi con i fedeli e condividere con loro momenti di intenso dialogo e confessione. I contatti diretti e personali sono di grande aiuto, soprattutto per coloro che si trovano a vivere periodi di forte difficoltà esistenziale o economica.
Come rispondono le nuove generazioni ai messaggi di fede?
Con i ragazzi c’è un rapporto complesso. Dopo la Cresima, infatti, iniziano ad allontanarsi dalla nostra realtà. Ma non ci arrendiamo: da sempre sono attive sul territorio associazioni religiose e laiche (il cui numero difficilmente si riesce a contare sulle dita delle mani) che fungono da calamita per i più giovani e che permettono loro di riavvicinarsi per riprendere insieme un cammino basato sui principali valori religiosi.
Se dovesse descrivere con un aggettivo la realtà parrocchiale di Capistrello, quale utilizzerebbe?
Utilizzerei l’aggettivo “ricca”. Ricca di eventi, manifestazioni, fiaccolate, incontri. Ricca di fedeli e associazioni sempre vicine alla realtà parrocchiale. Questo mi permette di instaurare rapporti con tutti e trasmettere messaggi di fede in maniera autentica e genuina.
Quali sono state le principali difficoltà emerse durante questi anni nel suo percorso?
Ho a mio carico tante chiese tra cui Sant’Antonio, Santa Barbara (costruita al tempo del prosciugamento del Fucino dagli operai che lavoravano nello sbocco di Capistrello, rovinata a causa del terremoto ma negli ultimi anni ben restaurata), San Giuseppe, Madonna dell’Assunta, Santa Maria del Monte etc. Con il tempo hanno richiesto interventi di restauro che ho dovuto portare avanti autonomamente essendo da solo dal 1976. Un’altra problematica che ho riscontrato è quella relativa alla diminuzione del numero dei matrimoni celebrati in chiesa. Spero che questo andamento torni a cambiare presto direzione.