In questa speciale domenica di festa, ParrocchiaLive vi racconta la storia non di una ma di ben due realtà parrocchiali della Marsica. La redazione ha contattato don Antonio Allegritti, alla guida della chiesa di San Michele Arcangelo a San Pelino e della chiesa di Santa Croce ad Antrosano. Ecco come ha risposto alle nostre domande.
La comunicazione oggi è alla base dei rapporti che si instaurano all’interno di una parrocchia. Che tipo di approccio utilizzate per dialogare con i fedeli?
Ci serviamo di un duplice canale. Da una parte utilizziamo una comunicazione che corrisponde il più possibile alle forme attuali: i media, i social, il web. Dall’altra, invece, cerchiamo di tornare sempre di più alla freschezza e libertà del Vangelo, così com’è, senza appesantirlo di sovrastrutture. Evitiamo, in questo modo, di disperdere e rendere frammentario il dialogo con i fedeli.
Lei è responsabile della pastorale giovanile diocesana, come cerca di far avvicinare i ragazzi alla religione?
Il rapporto con i giovani è una bellissima sfida. Può presentare due strade: quella della lamentazione (che non vogliamo percorrere) e quella della speranza. Ecco, il nostro obiettivo è quello di riporre la speranza nel futuro. Come? Attraverso l’ascolto dei ragazzi e l’accettazione delle loro innumerevoli dimensioni. A me farebbe piacere se i giovani non si sentissero sbagliati o fuori luogo all’interno della chiesa. Dopo questa prima fase di ascolto, arriva quella della proposta del Vangelo, con il fine di far arrivare un messaggio preciso: ‘Dio vi vuole felici senza imporre divieti e limiti’. Questo è il tipo di relazione con cui ci intratteniamo con i ragazzi, da un punto di vista prettamente teorico. Ci sono anche delle modalità pratiche attraverso le quali cerchiamo di intercettarli. Stiamo organizzando, ad esempio, un percorso biblico di sei incontri di scoperta della parola in cui affronteremo i personaggi un po’ “scomodi” e “ombrosi” del Vangelo di Giovanni. L’altra attività è quella relativa al cammino di Santiago, a cui daremo il via nel mese di settembre.
Lei, come abbiamo detto, è alla guida di ben due parrocchie. Quali sono i tratti caratteristici che le contraddistinguono e quali sono le difficoltà che riscontra nella gestione?
Ho difficoltà dal punto di vista pratico. Le due parrocchie sono diverse per storia, origini e tradizioni. Richiedono, dunque, attenzioni e approcci differenti l’una dall’altra. Non sono una unica comunità con all’interno due parrocchie bensì sono due parrocchie del tutto distinte ma con lo stesso parroco. Uno degli ostacoli può essere, ad esempio, la mancanza di tempo. La parrocchia di Antrosano si caratterizza per una forte coesione sociale e capacità di esprimere impegno e attività sociale e politica. La parrocchia di San Pelino si distingue per un profondo senso religioso, legame con la spiritualità e attività della parrocchia.