Tagliacozzo. Alzarsi tutte le mattine prendere il treno e arrivare nella capitale per lavorare è diventato per i pendolari marsicani un percorso ad ostacoli. I treni disponibili sono sempre meno mentre i ritardi accumulati quotidianamente sempre di più. Daniele Luciani, un pendolare che frequenta quotidianamente la linea ferroviaria Roma-Pescara, ci ha scritto per farci conoscere i continui disagi, disservizi, malfunzionamenti affrontati dai lavoratori e dagli studenti che usufruiscono dei treni. “Quello dei trasporti è “il problema” comune a tutti i pendolari italiani, ma la nostra linea ferroviaria essendo una tratta quasi esclusivamente di montagna, ha le sue importanti problematiche, sia esse di natura Tecnica che Geologica Ambientale”, si legge nella lettera, “tecnica perché il fabbisogno quotidiano di materiale efficiente è fondamentale per una linea ferroviaria di montagna, le salite, le discese, le arrampicate sono tipiche per queste zone, e specialmente nel periodo invernale con la neve è essenziale che il materiale sia perfetto.
Geologica Ambientale; perché essendo una tratta montagnosa, la velocità è limitata e di conseguenza la percorrenza si fa abbastanza lunga anche per dei tratti relativamente brevi, e quindi la comodità del materiale è anch’essa fondamentale, per le nostre povere ossa ed altro. Parlare di ferrovia di montagna è immediato il pensiero verso il turismo, gite attraverso i nostri monti, passeggiate salutari attraverso i nostri boschi, ruscelli limpidi ed immacolati, quindi il problema trasporti và secondo me affrontato anche e soprattutto con le istituzioni comunali, coinvolgendo anche i vari assessorati preposti all’ uopo, nonché la Regione Abruzzo stessa. Incentivare il turismo, fonte importantissima per la nostra comunità, vuol dire anche creare posti di lavoro e tutto l’ indotto ad esso collegato. Voi vi domanderete ma tutto questo discorso che cosa centra? E’ evidente che di tutto ciò che ho
citato in precedenza non c’è nulla che corrisponda ad una linea ferroviaria perfettamente funzionante.
Il materiale, con le sue carrozze vecchie di quarant’anni “ristrutturate”, il cui ammodernamento ha portato allo sviluppo di sedili per passeggeri ,ergonomicamente parlando, assolutamente dal design inaccettabile, soprattutto per la loro scomodità, ed inadatto ad un viaggio di “quattro” ore da Roma a Pescara. Ecco la percorrenza della nostra linea ferroviaria è il nodo dolente, perché negli ultimi anni è andata aumentando a dismisura, la lunghezza della linea è rimasta sempre la stessa, quindi non si spiega come la Tecnologia possa regredire cosi in modo preoccupante. Nel mio caso il tragitto Roma – Tagliacozzo di circa 93 km, viene fatto in circa due ore di percorrenza (quando si rispetta l’orario) utilizzando un treno locale il percorso si allunga di circa mezz’ora. Quindi incentivare il turismo vuol dire anche rendere più comodo e spedito il tragitto, in modo da tralasciare l’ utilizzo dell’ automobile. Soprattutto tenendo conto nel prossimo imminente futuro, del “balzello” da pagare per il Raccordo Anulare, e noi faremo parte della categoria soggetta al pagamento. Stanno già programmando i Telepass. Notizia riportata dai quotidiani.
Pertanto sarebbe bello che le Amministrazioni Locali affrontassero questo problema, e risolverlo sarebbe una vittoria anche per noi pendolari che utilizziamo il treno per raggiungere il posto di lavoro o di studio. Per quanto mi riguarda, la nuova Amministrazione Comunale di Tagliacozzo sembra molto sensibile al problema e nella persona del Sig. Sindaco Maurizio Testa (ex pendolare e quindi conoscitore del disagio)si stà cercando di sensibilizzare il più possibile l’ opinione pubblica e politica della zona affinchè il problema stesso venga quantomeno affrontato, e se a parlarne sono le persone raffiguranti le istituzioni sarebbe il massimo. Come dire, andare in “guerra” utilizzando le “armi” giuste. Quindi grazie alla nuova Amministrazione Comunale di Tagliacozzo. Il motivo di questa mia lettera chiaramente è anche un altro e soprattutto è dovuto alla nostra esasperazione nel subire le continue angherie che Trenitalia ci riserva a cadenza semestrale, ultima è il cambiamento del nuovo orario estivo ferroviario, entrato in vigore il giorno 13 Giugno 2011. Ebbene il nuovo orario ha prodotto la “Morte” del treno 2376 in partenza da Roma Tiburtina e diretto a Pescara, praticamente l’ ultimo treno utile per i pendolari e studenti che ritornano a casa dopo una giornata di lavoro o di studio, alcuni come me stanno fuori casa anche 15-16 ore, partendo la mattina alle 5 con il primo treno per Roma, il conto è presto fatto. Non si capisce il motivo di questo cambiamento, un treno fino ad ora “perfetto” è diventato un treno morto assassinato. Con il nuovo orario la percorrenza è stata aumentata di 2 minuti (sulla carta) ma di fatto è aumentato di 15 minuti, e tutto questo è dovuto al numero di incroci (tre) che deve sopportare, Bagni di Tivoli-Mandela-Colli di Monte Bove. Perché tutto questo, perché un treno che riporta a casa i lavoratori e studenti pendolari abruzzesi è costretto alla triplice sosta forzata con dei treni semi vuoti che portano solo saltuari viaggiatori e personale FS? Hanno rovinato anche questo treno, perché i tanto decantati treni (come riportavano i giornali negli ultimi giorni) che hanno modificato sensibilmente negli orari hanno di fatto affossato l’ unico treno “Buono” rimasto lungo la nostra tratta ferroviaria. Gli incompetenti studiosi dei nostri orari ferroviari hanno commesso l’ ennesimo crimine. Ma la direzione delle FS controlla tutto questo, verifica se tutto è funzionante, perché sono cosi sadici nel creare tutti questi disagi a dei poveri cristi che da ben quindici ore ed oltre sono fuori di casa ed hanno il sacrosanto dovere e diritto di far ritorno a casa in un tempo utile e “cristiano”. Il nuovo orario del treno 2376 è partenza alle 18.35 da Roma Tiburtina ed arrivo (nel mio caso a Tagliacozzo) alle 20.16 (sulla carta), ma in realtà con i tre incroci sarà costretto ad arrivare sempre intorno alle 20.30. Chi ha permesso tutto questo, a chi giova anticipare due treni locali e semivuoti o con solo passeggeri personale FS, a discapito di un treno interregionale pieno di pendolari che rientrano a casa? Chi lo ha permesso, chi ha fatto gli orari, o meglio chi si è fatto gli orari a proprio comodo e piacere? Parenti, amici, raccomandati conoscitori di persone importanti, forse? Vorremmo sapere che ne pensa l’ Assessore Morra di tutto questo, ha mai verificato un cambio orario, i disagi che crea, ha verificato che la sovrapposizione di piu’ treni non crei disagi, o chi per lui lo ha fatto? A questo proposito, d’ accordo con il Sig. Sindaco Testa, lanciamo una provocazione, invitiamo sia l’Assessore Morra che le tutte le Amministrazioni Comunali locali del nostro circondario ha verificare di persona tutto ciò, invitandoli a fare un viaggio insieme a noi (chiaramente in anonimato, altrimenti Trenitalia farà del tutto per smentirci)), per verificare di persona. Il Ferroviere, (1955), un film di Pietro Germi. Secondo me un bel film, anche perché fornisce uno spaccato sociologico dell’Italia di quel tempo appena uscita dalla guerra. Cominciavano a manifestarsi i primi cambi generazionali, i valori morali radicati nell’uomo e di non facile adeguamento con i nuovi problemi familiari e sociali, le lotte sindacali per le prime conquiste, gli scioperi per le dure condizioni di lavoro.
Film. Ecco questo era un film che bene o male rispecchiava la dura realtà di quel periodo. Secondo me anche quello che stiamo vivendo noi oggi è un film, per lo meno mi auguro che sia un film, perché se fosse vero o meglio se fosse una cosa che si ripete quotidianamente (e pare proprio di si a quanto sembra) allora sarebbe un problema vero e proprio. Ecco, questo è lo spaccato della vita “sociale” di un Pendolare (2011) del terzo millennio”.