Rocca di Mezzo. Energia alternativa sì, ma tutelando gli habitat naturali e chi li popola. Il Parco regionale Sirente Velino scende in campo per adottare misure di mitigazione sugli aerogeneratori di Collarmele, in difesa degli uccelli.
La collisione degli uccelli contro le pale eoliche costituisce, ad oggi, la seconda causa di morte per l’avifauna, soprattutto per i Grifoni. A documentarlo sono molteplici studi effettuati in Spagna, il Paese che vanta la più alta concentrazione di grandi rapaci in Europa.
Per questo il Parco regionale Sirente Velino ha deciso di intervenire attraverso misure che mitighino i rischi a cui vanno incontro gli uccelli, nel tentativo di trovare una soluzione al problema causato dalla presenza degli impianti eolici. Oggi, nella sede dell’Ente Parco, si è svolta una prima riunione illustrativa, alla presenza di rappresentanti del Parco regionale, del Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel Di Sangro, dell’ENEL, dell’ENI e dell’associazione Rewild Appennines.
Gli uccelli, siano essi di piccole o grandi dimensioni, urtano spesso contro le pale delle turbine in movimento, procurandosi lesioni anche letali.
I Carabinieri Forestali e l’associazione Rewild Appennines hanno presentato, nel corso dell’incontro, i dati dei monitoraggi effettuati dal 2014 ad oggi: proprio i dati hanno evidenziato l’entità della problematica. Sono state, quindi, discusse soluzioni per mitigare il rischio, da mettere in pratica con interventi di diversa entità e complessi da realizzare. Sia Eni che Enel hanno dichiarato la loro piena disponibilità a collaborare con il Parco Sirente Velino e con i Carabinieri Forestali, nell’avvio della sperimentazione e nell’attuazione delle misure di mitigazione e si riservano – nei prossimi incontri – dopo aver analizzato e studiato nel dettaglio il problema, di proporre soluzioni ed un programma operativo strutturato ad hoc per il rispettivo sito di competenza.
“Sono molto soddisfatto degli esiti della prima riunione” sottolinea il direttore del Parco, Igino Chiuchiarelli, “ho raccolto subito la richiesta della dottoressa Morini – dell’Area naturalistica, scientifica Ambientale del Parco – di individuare una possibile soluzione. Abbiamo sempre ritenuto, in accordo con il Presidente Francesco D’Amore, che pur nel rispetto di tutte le esigenze e necessità legate alla produzione di energia pulita un Parco debba sempre perseguire, in primis, la tutela e la conservazione di specie ed habitat”.
Il grifone, estinto in epoca storica sugli Appennini Centrali, è stato reintrodotto con successo circa trent’anni fa, dall’allora Corpo Forestale dello Stato, nella Riserva Naturale Statale del Monte Velino che protegge, con i suoi 3.500 ettari di territorio, eccezionali valori ecologici. Oggi esiste un’importante popolazione vitale della specie, di circa 300 animali, che – a partire dal Velino – si sono stabiliti in altre colonie sui monti circostanti e frequentano regolarmente buona parte dell’Appennino Centrale, dal Gran Sasso d’Italia ai Monti Simbruini.