Ovindoli. Parco regionale Sirente Velino alla riscoperta di antichi legumi: la cicerchia. Obiettivo: tutelare la biodiversità vegetale e portare sulle tavole dei ristoranti locali e delle mense scolastiche un alimento della dieta contadina del passato. Il progetto ha mosso i primi passi in un incontro tra il Presidente dell’area protetta, Simone Angelosante, i rappresentanti dei comuni di Ovindoli, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio, numerosi agricoltori e ristoratori dell’Altopiano delle Rocche. Punto di partenza studi e progetti sui prodotti tipici e le colture locali un tempo presenti sui territori dell’Altopiano delle Rocche, oltre che nella valle Subequana; obiettivo rilanciare la coltivazione della lenticchia. “In primavera”, afferma il Presidente Simone Angelosante, “il progetto recupero della cicerchia partirà con una fase sperimentale che coinvolgerà gli agricoltori aderenti alla iniziativa, Università e agronomi”. L’operazione, infatti, si avvarrà della collaborazione degli agronomi Antonello Liberatore e Luigi Logiudice e della consulenza delle Università del Molise (Stefania Scippa e Sebastiano Delfine) e dell’Aquila (Bruno Cicolani). Alla presentazione del progetto, dove è intervenuta in video conferenza Anna Giorgi dell’Università della Montagna di Edolo, i rappresentanti dei Comuni di Ovindoli, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio hanno aderito all’iniziativa. “A Ovindoli”, ha assicurato il vice sindaco Marco Iacutone, “introdurremo nelle mense scolastiche la lenticchia nostrana e anche altri prodotti tipici che otterranno il marchio del Parco Regionale Sirente Velino. Proprio le caratteristi organolettiche”, ha proseguito Iacutone, “oltre che la diversità biologica sono da far conoscere ai turisti alla ricerca di prodotti di qualità i cui costi maggiori sono garanzia di genuinità e di unicità. Queste produzioni di nicchia sono la risposta ai modelli globalizzati uguali in tutto il mondo e in tutti i periodi dell’anno”. Si parte a primavera, quindi, mentre il Presidente Angelosante apre la porta ad albergatori e ristoratori: “aderiscano al progetto fin da ora, proponendo piatti tipici con la nostra lenticchia, servirà a garantire la collocazione di una buona percentuale del prodotto e darà una grossa mano alla commercializzazione in Italia e all’estero”. Esportazione che, assicura il Dottor Antonello Liberatore, può partire dal programma A.I.S.I.M di cooperazione sviluppo e scambio tra “Italia e Argentina”.