Avezzano. Cacciatori nel “mirino” della Forestale nel Parco regionale Sirente Velino, dove i controlli a tappeto nella fascia di rispetto hanno accertato numerose violazioni delle leggi: la Forestale ha denunciato due cacciatori, sorpresi mentre addestravano i cani in zona vietata, posto sotto sequestro cinque fucili ed emesso 22 sanzioni amministrative per un totale di quasi 5mila euro. La task-force istituita dal comandante regionale del Cfs Umbria e coordinatore del Cta (Centro territoriale per l’ambiente) dell’area protetta Guido Conti e dal comandante provinciale Gualberto Mancini, in linea con l’intesa siglata con i vertici dell’oasi naturalistica, ha visto impegnati sul campo 16 agenti delle stazioni di Magliano dei Marsi, Ovindoli, Rocca di Mezzo, Fontecchio e Secinaro: 187 i cacciatori sottoposti ai controlli. L’azione degli agenti si è concentrata soprattutto nelle aree della Marsica, Valle Subequana e Valle dell’Aterno.
“Le numerose violazioni accertate dalla Forestale dentro e ai margini dell’area protetta”, afferma il direttore Oremo Di Nino, “certificano un atteggiamento poco rispettoso delle leggi e degli ambienti naturali, che non può essere tollerato: il Parco non è terra di conquista o di scorribande senza regole. L’intesa siglata dall’ente con la Forestale guidata dal Comandante Conti mirata a rafforzare il sistema di controllo, che sta dando ottimi risultati in tutti i settori, va proprio in quella direzione.. Il Parco, comunque, valuterà l’opportunità di costituirsi parte civile nel procedimento contro i cacciatori che, incuranti delle leggi, hanno sconfinato all’interno dell’area protetta per addestrare i cani”
Continuano senza sosta, comunque, i controlli della Forestale nell’area del parco regionale Sirente Velino che, nell’ultimo periodo, hanno messo nei guai inquinatori, cacciatori, allevatori e persone non rispettose delle leggi. Lungo l’elenco delle violazioni amministrative accertate dagli uomini del Corpo forestale dello Stato nella fascia di rispetto che hanno fatto scattare le sanzioni per decine di cacciatori “rei” di abbandono di bossoli a terra, spari vicino a strade e abitazioni, omessa annotazione delle giornate venatorie sugli appositi libretti, mancato uso dei giubbotti catarifrangenti nella caccia al cinghiale, mentre i due che si erano spinti all’interno dell’area parco per addestrare i cani sono stati denunciati.