Avezzano. Nella giornata di ieri il Teatro Dei Marsi di Avezzano, ha ospitato il Professore Paolo Crepet: psichiatra, sociologo, educatore e scrittore. Presentando il suo libro “Lezioni di Sogni” ha affrontato la tematica della libertà, del rapporto genitore-figlio, della tossicodipendenza dalla tecnologia. Le ragazze della redazione del giornale Yawp, del Liceo Scientifico Vitruvio (Gaia De Santis, Giulia Di Censi, Lucrezia Fatato, Silvia Murzilli, Chiara Libera Ratti) dopo lo spettacolo e la lunga riflessione che egli ha fatto insieme ad una platea attenta e coinvolta, fatta di tanti giovani ma anche tanti adulti, sono riuscite ad intervistarlo focalizzandosi sulle sue esperienze personali.
Inizialmente si sono concentrate sul rapporto che il professor Crepet aveva con i propri genitori, ponendo così particolare attenzione a questo tema per capire da dove derivasse la sua critica all’educazione e alla formazione dei giovani di questa società. A tal proposito egli ha esposto come il rapporto con i suoi genitori sia stato un punto di forza per il suo percorso formativo, sottolineando, con un sorriso che manifestava un ricordo affettuoso, che “quando è stato il momento in cui ho voluto andare via, lontano da loro, non mi hanno ostacolato in nulla, hanno creduto nell’importanza del lasciarmi libero”.
Incuriosite, si sono permesse di approfondire il suo rapporto con la figlia, così da mettere a confronto l’educazione che ha ricevuto e quella che sta trasmettendo, chiedendo quale sia stato il “no” più faticoso da doverle dire. Il professore, presentando un grande rispetto nei confronti dell’autonomia della figlia, lasciando intendere che un no faticoso non si è mai ritrovato a doverlo dire, dice: “sarebbe più giusto chiedere a lei se ha ricevuto dei no faticosi da digerire”. In conclusione, hanno chiesto cosa consiglia di fare ai genitori che si rendono conto di aver “preso una strada sbagliata” con i propri figli.
In maniera laconica e secca ha risposto: “È necessario è tornare indietro; se sei con il motorino e hai capito che hai sbagliata strada cambi direzione, è giusto così, deve essere così. Ammettere di aver sbagliato è la chiave di un buon educatore come di un ragazzo in crescita”. La consapevolezza che c’è sempre una via d’uscita, se vuoi trovarla e se sei tu a cercarla, è la spinta che è rimasta dopo una bella serata di maggio, odorosa e riflessiva.