Tagliacozzo. Una struttura affascinante, una storia coinvolgente, affreschi rinascimentali. Vero, tutto bellissimo il Palazzo Ducale di Tagliacozzo, specie in ottica del restauro finanziato dal Masterplan, targato Regione Abruzzo. Eppure la domanda più importante riguardante la struttura ad oggi: quale sarà la sua destinazione d’uso? E se qualcuno lo trasformasse in un hotel di Charme? Be’, magari.
Una tematica abbastanza delicata e intrigante che è stata protagonista nell’esaustivo convegno che si è svolto sabato 13 ottobre nelle ex carceri del Palazzo, organizzato dai rappresentanti dell’amministrazione comunale. Due slot di incontri in un pomeriggio, mediati dal sindaco stesso, Vincenzo Giovagnorio, in cui sono intervenuti docenti di storia ed esperti d’arte per illustrare le caratteristiche culturali del Ducale e poi i tecnici, architetti e i rappresentanti della Soprintendenza che hanno parlato del presente e del futuro possibile del palazzo. Lorenzo Berardinetti, assessore regionale ai lavori pubblici, ha introdotto il tavolo dei lavori parlando del finanziamento regionale, pari ad un milione di euro destinato al restauro della parte storica del palazzo. In seguito, il convegno è iniziato con un excursus storico culturale: prima con un intervento del professor Leonardo Saviano e poi con il resoconto dell’architetto Domenico Colasanti sul periodo di stabilimento della famiglia Orsini, con l’analisi dei lavori predisposti dalla famiglia nel territorio nazionale, con l’obiettivo di lasciare una propria traccia nella storia. Così, è possibile anche effettuare dei collegamenti tra i castelli di Bracciano, di Scurcola, di Avezzano e lo stesso Palazzo Ducale di Urbino con quello di Tagliacozzo. Molto interessante l’analisi artistica del professore Fernando Pasqualone (ex docente del classico Torlonia di Avezzano) che oltre a descrivere la difficoltà nel risalire all’autore originale degli affreschi della cappellina, ha incalzato i rappresentanti della Soprintendenza richiedendo come mai non si abbia traccia di un piccolo affresco originariamente presente nella sala suddetta e di come mai, duranti i primi lavori del restauro degli anni passati, siano stati danneggiati i davanzali di due importanti finestre della struttura e non siano mai stati risistemati.
Nella seconda parte del dibattito, introdotto questa volta dal presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio che ha rassicurato che i finanziamenti del Masterplan non saranno toccati dagli interventi che si dovranno effettuare sulle autostrade, è intervenuta Antonella Lopardi, rappresentante della Soprintendenza, che ha illustrato i vari lavori di restauro effettuati negli anni ’70 e nel primo decennio del duemila anche per far fronte ad alcuni atti vandalici che hanno tentato di danneggiare la cappellina degli affreschi. “Una volta effettuati i lavori di restauro”, ha aggiunto la Lopardi, “potranno ritornare anche gli affreschi un tempo estrapolati dal palazzo ducale e che in via provvisoria sono ancora oggi nel museo del castello di Celano”. D’altra parte, la professoressa Clara Verazzo, dell’Università di Architettura di Pescara, ha illustrato con alcune diapositive le diverse necessità del lavoro di restauro, in particolar modo sulle facciate esterne al fine di ricreare un equilibrio di luci e di ombre della struttura. Interessante anche l’intervento del dottor Mirco Crisante, neolaureato all’università di Architettura di Pescara, proprio con un elaborato di tesi sul restauro e del Palazzo Ducale e il suo possibile riutilizzo.
Nell’ultima parte del convegno, il sindaco Vincenzo Giovagnorio ha illustrato il progetto futuro dell’amministrazione attuale di convogliare le sette biblioteche della città all’interno della struttura, di adibire alcuni spazi a mostre temporanee o permanenti ed altri a convegni. Ad oggi, alcuni luoghi del palazzo sono già utilizzati: le carceri ristrutturate vengono spesso usufruite per vari eventi culturali nella città, come ad esempio, Controsenso, il festival della comunicazione che ospita ogni anno personaggi di livello nazionale e che, tra l’altro, è stato protagonista del venturo restauro del Palazzo Ducale, quando l’ospite d’onore nell’edizione 2015, Vittorio Sgarbi, si è rivolto personalmente alle autorità nazionali per richiedere una maggiore sensibilità verso la struttura in degrado nella città marsicana. A lavori ancora da iniziare, è difficile dire come sarà l’usufrutto del Palazzo. Certo è che si è parlato in passato di varie ipotesi, come quella di una sede universitaria, anche se oggi sembra che la tendenza delle facoltà non sia più quella della dislocazione, ma della riunione nelle sedi centrali degli atenei. Viceversa, oggi si potrebbe aprire il portone alla creazione di un hotel di lusso, allestito nell’area del palazzo di proprietà della Provincia, adibita in passato a corsi di formazione. Why not? Sicuramente, servirebbe un importante finanziatore che, una volta restaurato il palazzo nella parte storica, sia disposto ad effettuare di sua sponte dei lavori ingenti sulla rimanente area dell’edificio. Investire in una città come Tagliacozzo non può che lasciar sognare una prospettiva migliore. Strutture del genere non hanno bisogno di molte presentazioni, in quanto sono “stradiffuse” in tutto il territorio nazionale, specie nelle città d’arte e di cultura. Certo, una rondine non fa primavera. Un hotel di charme in pieno centro non crea una città di lusso. Servirebbe un adeguamento del contesto a livello estetico, ma anche civile. @RaffaeleCastiglioneMorelli