L’Aquila. Nel periodo gennaio-aprile di quest’anno le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps in Abruzzo sono state 8 milioni 303.427 e hanno interessato oltre 12 mila lavoratori, ciascuno dei quali ha perso mediamente 2.600 euro di salario nei quattro mesi: lo rende noto Sandro Giovarruscio, della segreteria regionale Cgil, sottolineando il notevole peggioramento rispetto al periodo gennaio-febbraio 2012 e una crescita preoccupante della cassa integrazione ordinaria. Per quanto riguarda le singole province, nello stesso periodo gennaio-aprile 2012, all’Aquila si sono registrate un milione 487.675 ore complessive di cassa integrazione (il 17,91% sul totale regionale), a Teramo 2 milioni 679.376 ore (32,26%), a Pescara 916.910 ore (11,04%), nella provincia di Chieti 3 milioni 220.476 ore (il 38,78%). Molti lavoratori per lunghi periodi in cassa integrazione in deroga, fa sapere la Cgil, «percepiscono addirittura un’indennità pari a 480 euro mensili». A ciò si aggiunge, prosegue la nota del sindacato, il fatto che tra gennaio e marzo di quest’anno sono stati persi oltre 2.000 posti di lavoro rispetto al trimestre precedente: in Abruzzo gli occupati sono attualmente 507 mila (rispetto ai 523 mila nel periodo pre-crisi, anno 2008). Unioncamere «annuncia un secco -2% del Pil abruzzese e un’ulteriore perdita di 4.000 posti di lavoro nei prossimi mesi». Secondo la Cgil regionale, dunque, «è necessario e indifferibile attivare tutti gli investimenti possibili, senza i quali la situazione diventerà drammatica dal punto di vista sociale ed economico. In questo contesto è fondamentale far partire concretamente la ricostruzione pesante dell’Aquila e delle zone terremotate, incentivare le politiche creditizie a favore di imprese e famiglie, potenziare i settori industriali innovativi e tecnologici, promuovere il turismo e le risorse ambientali, investire nei servizi e in particolare in quelli avanzati».