Tagliacozzo. Arrivano in Italia con la promessa di un posto di lavoro dopo aver firmato un contratto pagando 44mila euro. Ma alla fine sono stati costretti a rimanere per due giorni e due notti in stazione, senza conoscere la lingua, senza mangiare e bevendo solo l’acqua della fontanella vicino ai binari. E’ la disavventura capitata a quattro marocchini tra i 23 e i 27 anni, Rabie, Mohamed, Youssef e Mostafa, che si sono trovati catapultati nella Marsica con un sogno nel cassetto e l’idea affascinante ed entusiasmante di fare fortuna e aiutare così anche i genitori rimasti in Nord Africa. La commuovente storia storia, raccontata dal Centro, ha dei contorni poco chiari e sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo. I militari dell’arma avrebero già individuato l’imprenditore, quello che secondo il contratto in madno ai quattro giovani, si sarebbe impegnato ad assumere con un contratto di soggiorno per lavoro subordinato della durata di sette mesi. I giovani, ben vestiti e “con tante speranze, sono arrivati con un bagaglio minimo, jeans, felpa, giacca taroccata della Fred Perry e tanto volontà di lavorare”. Ma alla sede locale della società, in una via centrale di Tagliacozzo, non c’era nulla. Così sono stati aiutati da un interprete e dall’avvocato Pasquale Motta, esperto di tematiche di immigrazione e internazionali. Hanno raccontato la loro vicenda ai carabinieri e sotto la guida del capitano Lorenzo Pecorella si è tentato di sbrogliare la complessa matassa. I quattro marocchini, sono stati dissetati, rifocillati e ascoltati con calma in caserma. Nelle indagini potrebbe esserci una svolta nelle prossime ore.