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Paese spaccato dopo il trasferimento di don Elvis, riunione in chiesa: deve restare

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
28 Settembre 2015
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Don Elvis don Antoniu PetrescuOvindoli. Parroco trasferito ma la popolazione lo rivuole e chiede un incontro al vescovo. E’ la controversa storia di don Elvis, al secolo don Antonio Petrescu, noto anche per la sua attività artistica incentrata sulla figura del re del rock and roll. Intorno alla sua figura c’è stata una grande mobilitazione tra sostenitori e detrattori e alla fine il vescovo, Pietro Santoro, ha optato per il trasferimento. Ora però è l’altra parte a protestare, quella che chiede che il sacerdote resti in parrocchia. Don Elvis era rimasto coinvolto nel caso riguardante gli interventi di ristrutturazione della chiesa. E’ stato denunciato per aver inviato un messaggio whatsapp al tecnico responsabile della ditta appaltatrice in cui chiedeva del denaro altrimenti non avrebbe restituito le chiavi alla ditta per continuare i lavori. In realtà si tratta della percentuale sui lavori spettante al presidente dell’aggregato, cioè don Giuseppe Ermili, che sarebbero comunque stati utilizzati, in un modo o nell’altro, per la chiesa. Dopo la stampa di un volantino, la chiesa di Ovindoli si è riempita di fedeli per cercare di capire, interrogarsi, confrontarsi su quello che definiscono “l’ennesimo scossone che si abbatte di nuovo, come ormai accade con impressionante regolarità, sulla comunità parrocchiale di Ovindoli, e cioè l’avvicendamento-allontanamento del parroco”.
“E’ nata spontanea questa assemblea, senza che neanche il parroco ne fosse a conoscenza”, spiegano in una lettera i fedeli, “proprio perché spontanea e diffusa è l’amarezza per questa decisione che ancora una volta cala dall’alto, senza tenere minimamente conto della volontà di una maggioranza silenziosa di fedeli che vivono la loro fede in modo sereno e fuori da polemiche e conflitti spesso create ad arte. Dall’assemblea spontanea è emersa forte, la volontà di tutti gli intervenuti di manifestare a Don Antonio quella solidarietà che già tutti individualmente avevano espresso, anche perché è stato un duro colpo vedere passare il Parroco della nostra Comunità come un “Estorsore solo per aver rivendicato a favore della parrocchia, la percentuale destinata al Commissario per la ricostruzione del Comparto Parrocchiale. Volontà che lo stesso Don Antonio aveva già più volte manifestato pubblicamente, sia in Chiesa che anche agli organi interessati, verbalmente ed attraverso manifestini affissi all’ingresso della chiesa, definendo in maniera chiara anche gli interventi da effettuare, come migliorie dei servizi parrocchiali, con la quota percentuale che per legge è destinata al commissario dei lavori. Sul perché poi, il Commissario dei Lavori continui ad essere un Sacerdote di una altra parrocchia e non il Parroco di Ovindoli, resta un incomprensibile mistero per tutta la comunità parrocchiale. Si è valutato poi”, aggiungono i fedeli nella lettera, “l’impatto che Don Antonio ha avuto sulla comunità parrocchiale di Ovindoli e non si è potuto non sottolineare come egli sia riuscito, in breve tempo, a riavvicinare alle attività parrocchiali, i bambini e le bambine, i giovani, tra l’altro presenti in modo massiccio alla assemblea, ed anche tante persone che erano ormai lontane dalla chiesa e dalle sue attività. Si è registrato l’apprezzamento dei tanti turisti e della comunità Parrocchiale tutta, per la chiarezza con la quale espone e sa far comprendere le omelie della Santa Messa”. A sostegno di don Elvis era intervenuto anche l’ex sindaco Simone Angelosante.  “La sua vivacità che ha volte ai più tradizionalisti può far storcere il naso”, sostengono i fedeli nel documento, “per molti è stata una ventata di freschezza e di vivacità che ha portato la chiesa più vicino a tanti che ne erano lontani. Don Antonio ha saputo seminare e stava raccogliendo i frutti di un lavoro, reso anche difficile dal suo insolito modo di essere un Prete, eppure alla stragrande maggioranza silenziosa dei fedeli, lui piace e sarebbe cosa gradita che restasse per proseguire e stabilizzare un rapporto con la comunità già forte, siamo certi che anche lui da queste vicissitudini trarrà utili considerazioni, e pur restando se stesso lo porteranno a migliorare il suo interagire anche con quei pochi che ancora non lo hanno capito. Ma l’argomento non era la beatificazione di Don Antonio, se non la considerazione in cui è tenuta la comunità parrocchiale di Ovindoli, ci si è chiesti perché sua Eminenza il Vescovo monsignor Santoro, negli ultimi anni ha alternato alla guida della parrocchia diversi parroci, con periodi di gestione davvero brevissimi rispetto a quelli che sono solitamente i tempi di permanenza. In così breve tempo nessun fedele ha il tempo di conoscere, apprezzare ed affidare la propria anima e la propria fede ad un Pastore di passaggio, che fra l’altro non è neanche motivato a lasciare una propria impronta su un cammino pastorale e confessionale che abbisogna di un rapporto duraturo e di fiducia che si sviluppa con gli anni, non con mesi o giorni; si ha la sensazione che la nostra Parrocchia di montagna sia una sorta di designazione punitiva o di parcheggio, quasi fossimo una comunità parrocchiale di serie B. Da questo incontro è emersa forte la richiesta di tutta la comunità di Fede di un incontro in chiesa con Il nostro Buon Pastore sua Eccellenza il Vescovo dei Marsi, perché riteniamo giusto capire i motivi per cui, la nostra comunità parrocchiale deve ogni volta ricominciare da capo, un cammino di fede con un nuovo parroco; vogliamo incontrare il Vescovo per capire se siamo una Parrocchia di un livello inferiore rispetto alle altre comunità parrocchiali della Diocesi dei Marsi; vogliamo incontrare Sua Eccellenza il Vescovo qui ad Ovindoli per manifestargli direttamente la voglia e l’esigenza di una continuità pastorale, da troppo tempo resa breve e frammentaria, da polemiche e prese di posizione che nulla hanno a che vedere con la chiesa ed i suoi fedeli”.

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