Avezzano. Andava a scuola, in palestra o al teatro con il terrore di incontrare il padre. Ora l’uomo è accusato di stalking nei confronti della figlia minorenne. Il tribunale dispone il divieto di avvicinamento. Si tratta di una vicenda familiare ha scosso la comunità marsicana.
Il giudice del tribunale di Avezzano ha emesso un’ordinanza restrittiva nei confronti del padre, un uomo di 49 anni, residente in città, che deve rispondere dell’accusa di atti persecutori nei confronti della figlia minorenne. Il giudice per le indagini preliminari, Daria Lombardi, ha accolto la richiesta del pubblico ministero, Marianna Proietti, disponendo il divieto di avvicinamento alla figlia e ai luoghi da lei frequentati.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il comportamento dell’uomo nei confronti della figlia sarebbe stato caratterizzato da una condotta oppressiva e ossessiva, tale da generare nella giovane un grave stato di ansia e un fondato timore per la propria incolumità.
Gli episodi contestati si estendono in un arco temporale che va dal 2020 al gennaio 2025. Tra gli atti più rilevanti: L’avezzanese si sarebbe più volte recato sotto l’abitazione della figlia, che vive con la madre, rimanendo ore in attesa senza interagire con lei, ma provocandole disagio. Il 31 ottobre 2024, dopo averla chiamata insistentemente senza ricevere risposta, si sarebbe presentato in un ristorante di Avezzano, dove la ragazza stava cenando con amici. In un’altra occasione si sarebbe recato davanti alla scuola della minore, chiedendo che la figlia uscisse dalla classe per accertarsi della sua presenza. Il 16 gennaio scorso si sarebbe presentato al Teatro dei Marsi dove la giovane stava partecipando a un’attività scolastica, aspettandola fino alla fine delle lezioni. Avrebbe ripetutamente contattato la figlia al telefono, insistendo anche dopo incontri già avvenuti tra loro. Durante gli incontri, avrebbe pronunciato insulti contro la madre della minore, provocando nella figlia ulteriore disagio e paura.
Le testimonianze e le denunce raccolte dalla madre della ragazza hanno delineato un’escalation della condotta persecutoria dell’uomo, aggravata dal fatto che ragazza è ancora minorenne. Secondo quanto riferito, il comportamento del padre avrebbe costretto la ragazza a modificare radicalmente le proprie abitudini, limitando le uscite con gli amici e manifestando una crescente difficoltà a recarsi a scuola per il timore di incontrarlo.
A fronte di tali elementi, il gip ha disposto il divieto assoluto di avvicinamento dell’indagato alla figlia, con l’obbligo di mantenere una distanza di almeno 500 metri dalla sua abitazione, dalla scuola e dagli altri luoghi abitualmente frequentati, come palestre o centri ricreativi.
Inoltre, gli è stato imposto di non comunicare con la persona offesa in alcun modo, nemmeno tramite mezzi telematici o telefonici. Il provvedimento prevede anche l’applicazione di strumenti elettronici di controllo (braccialetto elettronico), per garantire il rispetto delle restrizioni imposte.
Il giudice ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e ha motivato la misura cautelare con la necessità di tutelare la minore da ulteriori episodi di molestie e vessazioni.
Le posizioni delle parti
L’indagato è difeso dall’avvocato Mario Del Pretaro che ha annunciato eventuali ricorsi contro il provvedimento. Dall’altra parte, la giovane è assistita dall’avvocato Mario Flammini, che ha sottolineando la necessità di proteggere la minore e garantirle serenità nella sua vita quotidiana, accogliendo favorevolmente il provvedimento restrittivo.
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L’indagine, seguita dal Pubblico Ministero, proseguirà con ulteriori accertamenti. Nel frattempo, il rispetto delle misure cautelari sarà attentamente monitorato dalle forze dell’ordine.
Un caso che scuote l’opinione pubblica
Il caso ha suscitato forte attenzione nella comunità locale, riaccendendo il dibattito sulla necessità di strumenti sempre più incisivi per contrastare la violenza domestica e lo stalking, in particolare quando le vittime sono minori. Il procedimento giudiziario è ancora in corso, e nelle prossime settimane si attendono sviluppi sulle sorti dell’indagato e sull’evoluzione del processo.
Il Tribunale di Avezzano, con questo provvedimento, ha lanciato un segnale chiaro: la tutela delle vittime, specialmente dei minori, è una priorità assoluta, e le condotte persecutorie non resteranno impunite.