Tagliacozzo. Fondi per la messa in sicurezza dell’ospedale Umberto I di Tagliacozzo non impiegati. A lanciare l’allarme è il Meetup Amici Beppe Grillo Tagliacozzo che dopo l’accesa l’assemblea pubblica della scorsa settimana in Comune che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, sposta l’attenzione sul tema della sicurezza strutturale. Dopo le rassicurazioni dell’esponente di giunta in merito al futuro del punto di primo intervento, dei reparti e dei servizi che si trovano nell’ospedale, ora il gruppo Amici Beppe Grillo Tagliacozzo che chiede chiarimenti riguardo a un finanziamento di circa tre milioni di euro per la messa in sicurezza dell’edificio è relativo a una delibera di giunta regionale del novembre del 2015. “Vorremmo conoscere”, spiegano in un documento inviato al Comune, “le motivazioni per cui dal 2010 al 2016 nessuno si sia attivato affinché la nostra struttura ospedaliera divenisse un complesso sicuro. Siamo del parere che, come le scuole, anche l’ospedale è una struttura pubblica, dove nel suo interno arrivano persone di ogni fascia di età che necessitano sia di interventi immediati, sia di ricovero, e come le scuole la sicurezza ha la stessa importanza. Per questo chiediamo che venga messo in sicurezza tutto il complesso ospedaliero”.
I componenti dell’associazione sottolineando che nel piano di emergenza della protezione civile recentemente approvato l’ospedale risulta struttura strategica, parlano anche della situazione di via Cupa, località a rischio idrogeologico che si trova dietro all’ospedale. “Chiediamo che venga attuato l’intervento di mitigazione del rischio”, afferma Massimiliano Orsini, coorganizzatore del meetup, “che consiste nella realizzazione di una paratia di pali con opportuni drenaggi in via Cupa e via Ontani. Fino a questo momento”, concludono dal meetup, “non abbiamo fatto altro che vedere campagne elettorali basate su promesse e mistificazioni nei confronti di chi voleva avere rassicurazioni sul nostro nosocomio, compreso il pronto soccorso, perché le voci che circolavano sembravano come se la chiusura fosse imminente. Voci che corrono da circa 25 anni ma ad oggi l’ospedale è ancora in piedi, se pure con qualche modifica apportata negli ultimi anni dal riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale dalle norme in materia di programmazione sanitaria e socio-sanitaria”.