Avezzano. L’ospedale cittadino è sempre più messo a dura prova dall’emergenza Covid, ma a questa si aggiungono le considerazioni di alcuni sanitari nei confronti di alcuni colleghi, sordi all’appello di quei pochi che in questo momento stanno lottando in prima linea contro il virus.
La lotta al covid nell’ospedale di Avezzano ricade in buona parte sulle spalle di un pugno di medici e di tre reparti: medicina, che oggi è diventata medicina Covid, malattie infettive, dove vengono ricoverati i malati Covid che hanno bisogno di cure più specialistiche e ventilazione, e le due “aree grigie”, ovvero ex chirurgia vascolare e l’ex zona ambulatoriale. Gli ambulatori, in seguito all’ordinanza del 18 novembre, sono stati chiusi, ma nonostante ciò il personale medico e paramedico, che potrebbe essere utile a fronteggiare l’emergenza covid, non viene schierato in ausilio dei colleghi in prima linea perché l’ospedale di Avezzano ancora oggi viene considerato covid-free. Ma a questo punto più di qualcuno si domanda se e fino a che punto la scelta della dirigenza sia condivisa anche dai medici, perché all’appello di alcuni medici di mettersi a disposizione per dare una mano ai colleghi in prima linea, finora in pochissimi hanno dato la propria adesione (ne parlammo già qui). Questo sta scatenando forti discussioni all’interno del personale medico, dove alcuni si ritrovano a coprire turni massacranti senza orari ed altri, invece, a fare meno dell’ordinario nei reparti, sempre più vuoti dopo la chiusura degli ambulatori. Se a tutto questo aggiungiamo anche che una buona fetta del personale è in malattia (ne abbiamo parlato anche qui), ci si rende conto che il peso dell’emergenza, ad oggi, ricade tutto su non più di dieci persone, di cui una parte sono medici neo specializzati. Un peso troppo grande da sopportare, soprattutto nella provincia più colpita dal Covid, in una regione come l’Abruzzo che dalle 24 di domani verrà ufficialmente dichiarata zona rossa.