Avezzano. “Il Direttore Generale della Asl1, Ferdinando Romano, continua a distinguersi per figuracce e passi falsi, ormai ossessionato dal difendere a oltranza quella politica abruzzese e romana di centrodestra che gli ha messo in mano le chiavi della Asl1.
In un calderone di propaganda e autocelebrazioni non si distingue più chi faccia parte della direzione strategica dell’azienda e chi, invece, del centrodestra del Presidente Marsilio: sono due facce della stessa medaglia intente ad applaudirsi a vicenda agli occhi dell’opinione pubblica, replicando in maniera arrogante e scomposta a chiunque muova loro delle critiche pur se nella piena legittimità costituzionale della libertà di espressione, cosa che Romano e Marsilio troppo spesso ignorano. Ma sbagliano di grosso se pensano di mettere a tacere migliaia e migliaia di cittadini scontenti dai pessimi risultati raggiunti da questo centrodestra regionale uscente. Le contestazioni mosse dal candidato Presidente Luciano D’Amico nei confronti dei ritardi per i lavori del nuovo ospedale di Avezzano sono ben più che legittime e ampiamente condivisibili”. Ad affermarlo è Giorgio Fedele, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle.
“Analogamente a quanto affermato da D’Amico, e al pari di tantissimi altri marsicani, sono anni che presento le mie obiezioni su un progetto che finora è solo su carta ed i cui costi reali non sono stati mai svelati con serietà e onestà. Dopo aver depotenziato o trasferito interi reparti, e sottratto posti letto ai presidi sanitari del territorio lasciando alla Marsica le briciole di una rete ospedaliera che la inquadra come un territorio di serie B, dobbiamo anche leggere le dichiarazioni dal sapore elettorale del Direttore Romano, fido scudiero del Presidente Marsilio e dell’Assessore alla Sanità Verì. Sono anni che mi batto per difendere la nostra sanità e di certo non mi lascerò intimidire dall’ennesima difesa d’ufficio da parte della Direzione Strategica dell’azienda. È gravissimo che i vertici della Asl1 diffondano comunicati stampa dai connotati politici e con toni da campagna elettorale, ma quanto accaduto testimonia, una volta di più, l’imprescindibile necessità di sottrarre alla mano di una certa politica la nomina dei direttori delle strutture sanitarie pubbliche, evidentemente influenzati nelle decisioni strategiche che devono predisporre”.