L’Aquila. “Esposti da anni, risposte totalmente insufficienti per messa in sicurezza”. Queste sono con cui le associazioni stazione ornitologica abruzzese e salviamo l’orso hanno commentato la morte dell’orso investito stanotte sull’autostrada A25.
“Nel frattempo milioni di euro assegnati per impianti da sci e innevamento artificiale, altro che sostenibilità e attenzione alla natura”, proseguono le associazioni. “Ancora un orso bruno morto in Autostrada mentre troppi amministratori si riempiono la bocca di parole come sostenibilità ed ecologia. La regione finanzia con 7 milioni di euro l’innevamento artificiale per gli impianti da sci nel Parco nazionale della Majella e con 10 milioni di euro gli impianti e le nuove piste a Valle delle Lenzuola sulla Magnola a Ovindoli, a poca distanza dal punto dove è morto l’orso investito”.
“Altro che attenzione al patrimonio naturalistico della regione. Non è quindi questione di soldi ma di volontà e priorità”, precisano le associazioni. “La tutela della fauna e la sicurezza dei trasporti non sono in cima ai pensieri degli amministratori. Eppure, per dire, la stazione ornitologica abruzzese aveva depositato dettagliati esposti sull’argomento già a settembre 2018. salviamo l’orso aveva più volte sollecitato concessionario e ministeri. Addirittura il ministero dell’ambiente si è schierato in giudizio contro il ricorso al tar delle associazioni ambientaliste sui costosissimi impianti e piste da sci nel parco del Sirente”.
“Tra l’altro il primo e unico intervento tampone di messa in sicurezza sull’A25 in un tratto di 2 km a Carrito, fatto solo dopo dopo rischi ripetuti di investimenti dell’orsa Amarena e dei suoi 4 orsetti e le richieste del parco d’Abruzzo e delle associazioni, è stato realizzato con pochissimo sforzo, attaccando paletti alla recinzione esistente e posizionandovi sopra un recinto elettrificato, sia in termini economici che di tempo, in pochi giorni, a testimonianza che lunghi tratti autostradali possono essere messi intanto in sicurezza con iniziative tampone in attesa di interventi più consistenti”, concludono le associazioni. “Ogni anno si recuperano orsi investiti da automezzi azzerando di fatto il potenziale lento incremento della popolazione del plantigrado: l’orso non può più attendere”.