Avezzano. Non è ancora stato risolto il giallo sulla morte dell’orso Stefano avvenuta qualche giorno fa nel Parco nazionale d’Abruzzo. Dopo diverse ipotesi interviene il presidente dell’area protetta Giuseppe Rossi che ancora non ha le carte in mano per dire come è morto l’animale. “Continuiamo a leggere su diversi organi di stampa varie dichiarazioni che escluderebbero, tra le cause di morte dell’Orso “Stefano”, il piombo ritrovato sparso sul suo corpo”, ha commentato Rossi, “precisiamo che l’Ente Parco non ha ancora ricevuto alcun referto, neppure informale, da parte dell’Istituto Zooprofilattico che sta eseguendo le indagini necroscopiche e tossicologiche. Non comprendiamo quindi come e a quale titolo possano essere divulgate notizie in proposito con il crisma della ufficialità e della certezza assoluta, con dichiarazioni alla stampa assolutamente inaccettabili. E’ del tutto evidente e incontestabile invece che Orso “Stefano” sia rimasto vittima di uno o più atti di aggressione (almeno tre) con arma da fuoco. Il piombo di cui è stato destinatario il povero corpo dell’Orso non gli ha certamente allungato la vita! Leggiamo, anche, che Orso “Stefano” non sarebbe morto neppure di malattia o di avvelenamento. E allora? Ironicamente, anche se la drammatica circostanza non è certo la più adatta per fare ironia, a questo punto non escludiamo che qualcuno arrivi a dichiarare che Orso “Stefano” si sia suicidato. O che, magari, palle e pallini di piombo, gli siano stati “somministrati” semplicemente per fargli un po’ di solletico. In realtà, ripetiamo ancora, che dai primi accertamenti fino ad ora compiuti è emersa la certezza della presenza, in più parti della carcassa di colpi di arma da fuoco di diverso calibro, i quali testimoniano, inequivocabilmente, come l’animale sia stato oggetto di atti di bracconaggio, che nessun e qualsivoglia esame definitivo di laboratorio potrà mai escludere. Mentre restiamo in attesa dei referti dell’Istituto sanitario, stiamo predisponendo tutti gli atti necessari per la Magistratura affinchè ogni attività investigativa e di indagine possa realizzarsi compiutamente”.