L’Aquila. “Dei 129 orsi rinvenuti morti tra il 1970 e il 2021, solo il 20% è deceduto per cause naturali, 13 le vittime di investimenti stradali”. Questo sono le parole con cui il wwf commenta la morte dell’orso investito stanotte sull’autostrada A25.
“Un altro orso marsicano, dai primi rilievi identificato come un giovane maschio di 2 anni, è rimasto vittima questa notte di un investimento sull’Autostrada A25, nel tratto tra Avezzano e Celano, in una delle aree chiave per la sopravvivenza e l’espansione di questa specie”, prosegue il wwf. “L’autostrada dei Parchi attraversa corridoi ecologici fondamentali per l’orso. La messa in sicurezza delle barriere protettive dovrebbe essere una priorità. Negli ultimi anni sono state diverse le segnalazioni di attraversamenti dell’autostrada da parte di cervi, lupi e orsi su diversi tratti di A24 e A25. È evidente che le barriere non sono adeguate e presentano punti di rottura, dove gli animali selvatici passano, mettendo a serio rischio anche la vita degli automobilisti. Si promettono interventi da tempo, si fanno piccoli lavori marginali, anche in collaborazione con il pnalm, ma l’autostrada dei Parchi non può ancora ritardare investimenti necessari ad adottare misure di prevenzione, in grado di rendere la percorrenza più sicura sia per gli automobilisti che per le specie selvatiche. Già lo scorso anno l’A25 fu attraversata dall’orsa Amarena e dai suoi 4 cuccioli, e la tragedia fu evitata per miracolo. Miracolo che non accadde invece nel 2013, quando un giovane orso fu investito e ucciso sull’A24 all’altezza di Tornimparte. Nel 2021 non è accettabile perdere uno degli ultimi orsi marsicani per la noncuranza di enti e istituzioni”.
“A causa di inadempienze e ritardi nel mettere in atto i corretti accorgimenti per evitare eventi simili”, precisano, “stiamo portando la popolazione dell’orso più raro d’Europa, simbolo della biodiversità italiana, verso l’estinzione. Dei 129 orsi rinvenuti morti tra il 1970 e il 2021, solo il 20% è deceduto per cause naturali. L’80% delle mortalità è invece causata, direttamente o indirettamente, dall’uomo. Sono ben 13 gli orsi morti per investimento stradale in questi ultimi decenni, ed è inaccettabile che gli enti gestori ancora oggi siano reticenti a mitigare il rischio per la fauna e gli automobilisti, mettendo in sicurezza i tratti di loro competenza. Una media di 2,5 orsi deceduti all’anno, un numero purtroppo drammatico per una popolazione che conta solamente circa 60 individui. La conservazione di questo grande carnivoro, da tempo particolarmente adattato alla convivenza con l’uomo, è oggi legata alla sua possibilità di espandersi in territori al di fuori dell’attuale core area nel parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. In questo ambito si inserisce il progetto life safe crossing, che vede come partner anche due nostre aree protette, il parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il parco nazionale della Maiella, e che mira a mettere in campo azioni per ridurre l’impatto delle infrastrutture viarie su alcune specie prioritarie, tra cui proprio l’orso marsicano, in quattro paesi europei”.
“Per questo il wwf è impegnato dal 2019, con la campagna “orso 2×50”, anche nella riqualificazione dei corridoi di connessione tra aree naturali protette, tramite il ripristino funzionale dei sottopassi stradali e autostradali già esistenti sulle direttrici di dispersione preferenziali della popolazione di orso e la messa in sicurezza dei tratti stradali nelle aree potenzialmente utilizzate dal plantigrado, per ridurre la mortalità durante le fasi di espansione”, conclude il wwf. “Questi sforzi però saranno davvero utili ed efficaci solamente se tutti gli organi preposti agiranno e compiranno passi nella stessa direzione. Solo in questo modo potremmo vincere la battaglia per la salvezza di una specie iconica e fondamentale per la biodiversità italiana”.