L’orso marsicano, splendido animale endemico della nostra regione, è conosciuto per essere un animale schivo e riservato, amante della tranquillità dei boschi e delle praterie di alta quota. Eppure, nella regione capita di avvistare orsi nei luoghi abitati, come è successo a Roccacerro a inizio novembre, quando un’orsa e i suoi cuccioli sono stati visti scorrazzare liberamente nel paese e vicino al casello autostradale. Cosa spinge gli orsi ad avventurarsi al di fuori delle aree protette?
L’orso marsicano è il simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, dove si contano circa 50 esemplari, di cui ben 11 nati nel 2018. Il tasso riproduttivo degli ultimi anni risulta in aumento, ma il WWF ha sottolineato che quest’animale amato e protetto rimane a rischio per pericoli per lo più legati all’uomo e non alla disponibilità di nutrimento e territorio. Di fatto, l’orso marsicano può sopravvivere a lungo senza cibo durante i mesi invernali. Nonostante questa specie non si ritiri in un vero e proprio letargo, ugualmente prima dei mesi più freddi accumula grasso che gli permetta di proteggersi dalle basse temperature e di fornirgli risorse necessarie nei periodi in cui il cibo scarseggia. Di inverno capiterà di avvistare orsi aggirarsi nel parco e nelle zone limitrofe nelle giornate invernali soleggiate, ma non per questo significa che l’orso sia alla ricerca di cibo. In autunno invece, la situazione è diversa perché gli orsi sono appunto nella fase di iperfagia, ovvero sono nella fase di accumulazione di grassi e vanno a caccia di cibo, spesso spingendosi fuori dalle aree protette. Mele e pere sono gli alimenti preferiti, ma anche insetti e miele. L’orso marsicano è in realtà onnivoro e, nonostante l’80% della sua alimentazione consista di frutta e verdura, non disdegna carcasse di animali, uccelli e bestiame domestico come galline e capre. Il Parco Nazionale d’Abruzzo contiene alimenti ad alto apporto energetico durante tutte le stagioni. Tuttavia, quest’anno la gelata di primavera ha fatto danni, bloccando la fioritura degli alberi da frutto di montagna, che hanno prodotto meno degli anni scorsi. Ecco quindi spiegate le “gite” degli orsi marsicani nei centri abitati delle zone limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo.
L’orso marsicano non è una specie aggressiva, ma rimane consigliato non avvicinarsi troppo, soprattutto se si tratta di un’orsa accompagnata dai suoi cuccioli. Il mezzo migliore per documentarli è ovviamente la macchina fotografica, che permette di riprenderli nel loro ambiente naturale (una guida indipendente e ben fatta sui migliori modelli si trova ad esempio sul sito Reviewbox ). In caso di avvistamenti fuori dall’area protetta contattate i carabinieri o il servizio di sorveglianza del Parco.