Scanno. “Stamattina sono stati segnalati i corpi senza vita di due orsi all’interno dell’invaso di innevamento artificiale in località Colle Rotondo, nel Comune di Scanno, al di fuori del territorio del Parco” dichiara il presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Giovanni Cannata. “I nostri guardiaparco e tecnici sono intervenuti tempestivamente sul posto per effettuare i primi rilievi. Gli orsi recuperati sono due esemplari maschi nati lo scorso anno. Al momento sono in corso ulteriori verifiche all’interno dell’invaso”.
“I corpi degli animali sono stati posti sotto sequestro e saranno trasferiti presso l’Istituto Zooprofilattico di Teramo per accertamenti necroscopici e tossicologici – prosegue Cannata –. È necessario chiarire le esatte cause del decesso e verificare se la morte sia stata causata esclusivamente dall’annegamento”.
“L’invaso artificiale in questione – spiega il presidente – era già stato oggetto di interventi di messa in sicurezza nel 2021, a cura dell’Associazione Salviamo l’Orso, attraverso l’installazione di quattro griglie metalliche. Tuttavia, tali griglie erano state danneggiate dal peso di neve e ghiaccio che in inverno coprono l’area, rendendole inefficaci”.
“Per questo motivo – prosegue Cannata – le associazioni Rewilding Apennines e Salviamo l’Orso, insieme al Parco e al Comune di Scanno, responsabile della gestione dell’infrastruttura, stavano definendo interventi strutturali per la messa in sicurezza definitiva dell’invaso. In particolare, era emersa la necessità urgente di recintare adeguatamente la vasca, anche per motivi di pubblica incolumità, dal momento che la recinzione esistente mostrava gravi criticità, che hanno permesso agli orsi di superarla e accedere all’area, scivolando poi in acqua”.
“Tanto lavoro è stato fatto, e continua a essere svolto quotidianamente – aggiunge – insieme alle associazioni impegnate sul territorio, per censire e mettere in sicurezza situazioni analoghe. Questo impegno si è intensificato dopo la tragica morte dell’orso a Serralunga, nel 2018”.
“È difficile esprimere lo stato d’animo che accompagna questa terribile perdita – afferma Cannata –. Non si tratta solo di dispiacere, ma di un dolore profondo che solleva interrogativi drammatici”.
“L’evento ci ricorda ancora una volta quanto complessa e delicata sia la sfida della conservazione, una sfida che portiamo avanti in un quadro normativo che ci assegna responsabilità ma non sempre gli strumenti giuridici adeguati – sottolinea –. Non dimentichiamo che, oltre al nostro Ente, ci sono altre Istituzioni con competenze operative, sia all’interno che nei territori limitrofi al Parco”.
Infine, conclude il presidente del Parco, Giovanni Cannata: “Avere la responsabilità della tutela significa anche poter agire senza esitazioni per la conservazione degli habitat e della fauna. Questo deve avvenire in un contesto organico e coordinato con il Ministero dell’Ambiente, le Regioni, gli altri Parchi e i Comuni. L’orso bruno marsicano è una specie a rischio estinzione e ciò dovrebbe spingere ogni Istituzione coinvolta a considerare questa una priorità assoluta, sia in termini di azioni sia di risorse. Purtroppo, ad oggi, non possiamo dare questo per scontato”.
“Ci impegniamo – conclude – a fornire aggiornamenti tempestivi non appena saranno disponibili i risultati delle analisi e a tornare su questa drammatica vicenda.
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