Non è la prima volta che viene segnalata la presenza dell’orso bruno marsicano nella Riserva naturale delle Grotte di Luppa. Già in passato erano stati segnalati da degli escursionisti alcuni escrementi riconducibili proprio all’orso. In quel caso la segnalazione fu fatta ai veterinari del Pnalm, che chiesero la conservazione in attesa del loro arrivo.
Sante Marie non è nel territorio del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e questo, per gli amanti dell’orso, è una buona notizia.
Perché vuol dire che l’orso si è allontanato dalle zone in cui più comunemente vive in Abruzzo e essendo in dispersione ha più possibilità di sopravvivere, di riprodursi e di popolare nuove aree lontane dall’uomo.
L’incursione a Aschi, frazione di Gioia dei Marsi
La scorsa settimana un’altra segnalazione è arrivata da Aschi. Un apicoltore di circa 80 anni ha allertato il personale del Parco e sul posto sono arrivati i guardiaparco del servizio sorveglianza.
Con buona probabilità, in questo caso, l’incursione è ad opera di uno dei figli dell’orsa Amarena, che solo da qualche settimana si sono divisi, così come comunicato anche ufficialmente. L’apicoltore è stato contattato e poi raggiunto anche dai volontari di alcune associazioni ambientaliste e animaliste e ha confermato i danni ma anche il fatto che aveva provveduto già al ripristino delle casette che custodiscono le api.
La sfida della sopravvivenza dell’orso bruno marsicano, una sottospecie che conta ancora solo qualche decina di esemplari, è ancora aperta. Dopo la morte dell’orso Juan Carrito, investito sulla Superstrada e morto contro un guard rail e quella della madre, uccisa a fucilate alla schiena, è più che mai una sfida. Tra chi ama e rispetta uno dei simboli dell’Abruzzo e della sua natura selvaggia e indomita e tra chi invece vorrebbe vederlo legato dentro a un recinto.