Collarmele. Juan Carrito è un orsetto definito “confidente”. È uno dei quattro cuccioli di Amarena, solo da qualche mese è stato lasciato dalla mamma e ora deve imparare a cavarsela da solo. Si muove sulle tracce che gli ha lasciato proprio lei. E così, spesso fa incursione nei centri abitati, mangia nei pollai, sale sugli alberi e mangia ciliegie.
Juan Carrito porta il nome del posto in cui il personale specializzato del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise lo ha catturato per munirlo di un radiocollare, Carrito, la frazione di Ortona dei Marsi, una delle sue prime mete preferite e dove probabilmente ora è tornato.
Il nome “Juan” è invece un omaggio al presidente del Parco, Giovanni Cannata. Il suo radiocollare è della dimensione di quello di un lupo. Il suo collo è più piccolo di quello di un orso adulto, in genere sono loro a creare maggiori problemi e quindi ad essere muniti del dispositivo. Quello di un adulto sarebbe pesato troppo.
È un animale selvatico e va trattato per quello che è. L’orso bruno marsicano non è pericoloso, non aggredisce ma rimane un animale selvatico. Non va avvicinato.
Ieri pomeriggio a Collarmele si è svolto un incontro pubblico con la cittadinanza, organizzato a seguito dell’appello del sindaco Tonino Mostacci, che si è rivolto alle autorità preposte perché ora la popolazione inizia ad essere preoccupata per la presenza in paese dell’animale.
Perché nel week end l’orso si è avvicinato di nuovo al centro abitato e alle porte del paese è entrato nel giardino di una villetta e ha spaventato due bimbi piccoli. Sono i nipotini di Gennaro D’Alessandro che ieri ha fatto un intervento in piazza per esternare tutta la sua preoccupazione. “Non vogliamo che si continui a dire che va tutto bene perché in Italia ci sono esempi di sciagure dove poco prima era state fatte delle rassicurazioni ai cittadini”, ha esordito davanti al direttore del Pnalm, Luciano Sammarone.
L’incontro è stato introdotto dal sindaco Mostacci e dal commissario del Parco regionale Sirente Velino, Igino Chiuchiarelli, che già dalle prime nuove incursioni nella Marsica, di Amarena e dei suoi quattro cuccioli, ha invitato i cittadini alla responsabilità e alla pazienza.
Ieri pomeriggio a Collarmele è arrivato dall’Aquila anche il colonnello Nicolò Giordano, comandante provinciale dei carabinieri del gruppo forestale. Al suo fianco il capitano Bruno Tarantini, che ha presienzato per i carabinieri territoriali che fanno capo alla compagnia di Avezzano e i comandanti della stazione forestale di Celano, Francesco Angelini e di Gioia dei Marsi, Stefano Cucchiarelli. Quest’ultimo, sul posto, coordina il nucleo carabinieri del parco agli ordini del colonnello Clara D’Arcangelo. Sono questi i nomi che le persone del posto hanno imparato a conoscere ormai, perché ormai sono ospiti quotidiani in paese.
Juan Carrito è seguito e monitorato tutti i giorni dai carabinieri forestali ma anche dalle guardie parco, a disposizione dei cittadini per qualsiasi tipo di informazione e… Qualche volta… Di rassicurazione.
Ad offrire qualche informazione in più sul programma che il Parco sta seguendo per rieducare l’orsetto “problematico”, è intervenuta Elisabetta Tosoni, biologa che collabora con il personale del Pnalm per monitorare l’animale selvatico e per dissuaderlo a frequentare i centri abitati dall’uomo. È stata lei a spiegare quali sono le azioni messe in campo per far capire all’orso che deve allontanarsi dagli umani.
I relatori hanno informato i cittadini sul perché Juan Carrito si avvicina, sulle reazioni particolari che finora ha avuto alla presenza umana e anche su come conviverci fino a quando non sarà dissuaso a frequentare i paesi.
Tutte azioni che fanno parte di un protocollo che va seguito e che permette di studiare e monitorare i suoi spostamenti. Non è escluso nemmeno che l’orso possa essere catturato ma nessuno sarebbe felice di richiudere in uno stato di cattività un cucciolo di orso e non è un’azione che si fa sull’onda delle emozioni o della preoccupazione che possa destare la sua inusuale presenza. Anche perché l’azione di cattura di un orso è già stata messa in atto dal Parco negli anni Novanta, non è una pratica sconosciuta.
Questa mattina inizieranno a Collarmele anche le installazioni delle protezioni dalle incursioni dell’orso. Il Parco ha organizzato già quella all’abitazione di D’Alessandro e ad alcuni pollai già visitati dall’orsetto Juan Carrito che si spera possa tornare quanto prima in sicurezza in montagna.
GLI INTERVENTI DELL’INCONTRO PUBBLICO – 21/06/2021
IL FOTORACCONTO