Avezzano. L’incidente avvenuto sulla strada Sannite, tra Anversa degli Abruzzi e Villalago, con l’investimento di un orso, spiace dirlo, era largamente annunciato. L’investimento è avvenuto appena fuori dalla Riserva e Oasi Wwf delle Gole del Sagittario, su un rettilineo dove in questi anni si sono susseguite segnalazioni anche di più orsi. Nel 2010, l’osservazione proprio in quel tratto di un’orsa con due cuccioli sulla strada, pubblicizzata con un video notturno, mandato in onda da un’emittente nazionale, suscitò fortissima preoccupazione nel personale della Riserva e del Wwf, consci del rischio sia per le persone sia per la fauna selvatica.
In collaborazione con il Wwf, il direttore della riserva Filomena Ricci convocò un incontro presso il Comune di Anversa degli Abruzzi, un piccolo comune di 400 abitanti (!), invitando i principali enti responsabili, dall’Ufficio Parchi della Regione Abruzzo all’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dall’Amministrazione Provinciale di L’Aquila, responsabile della gestione e manutenzione della strada, al Corpo Forestale dello Stato.
Nell’incontro si ribadì l’urgenza di intervenire sulla Sannite con sistemi che la Riserva delle Gole del Sagittario e il Comune di Anversa degli Abruzzi, aveva attuato, nel suo piccolo e con le poche risorse a disposizione, da anni. Intanto il Comune di Anversa, grazie all’Oasi, si è dotato dal 2008, di uno specifico studio scientifico sul grado di rischio associato ad ogni tratto stradale del territorio comunale. Ci chiediamo se la Provincia o il PNALM abbiano questo strumento. Successivamente, l’Oasi e il Comune hanno installato a proprie spese nel territorio della riserva e a monte del paese verso Casale, sulla strada gestita dalla provincia, appositi cartelli e particolari catarifrangenti, che pur non riducendo a zero il rischio, costituiscono comunque un approccio attivo al problema. In realtà, visto che purtroppo è fatto noto (riportato da tutta la letteratura del settore) che i semplici cartelli all’atto pratico dopo pochi giorni perdono efficacia (se non per sollevarsi da qualche responsabilità nei confronti degli automobilisti e presso il pubblico non specialista) in quanto spesso le persone non sono indotte a rallentare, esistono sistemi ancora più efficaci, che da anni si usano in strade, come quelle canadesi, in cui il rischio di incidenti gravi è molto elevato (visto che gli automobilisti incontrano le alci…). Invitiamo caldamente a visitare il sito http://www.wildlifecollisions.ca/default.aspx . Tra questi sistemi di allerta basati su sensori che “avvertono” l’arrivo di animali selvatici di grossa taglia e fanno scattare semafori o altri sistemi di allerta.
Inoltre, gli incidenti stradali con la fauna selvatica si concentrano in tratti particolari, come quello in questione, ed è fondamentale identificarli su mappa per indirizzare gli interventi. Da quanto ne sappiamo, gli operatori dell’Amministrazione Provinciale non hanno neanche il GPS con cui mappare nel tempo i casi di investimento stradale, quando in Tanzania, al Parco del Selous, i guardiaparco da anni georeferenziano i casi di bracconaggio con un attrezzo del costo di qualche centinaio di euro…
Il verbale parla chiaro, invitiamo a leggerlo, e quindi non lo commentiamo. Sappiamo che in questi giorni la provincia ha in corso un “problematico” (e dal forte impatto su fauna e flora di un sito di importanza comunitaria) intervento sulla “sicurezza” sulla Sannite per le reti paramassi del costo per la collettività di oltre un milione di euro. L’auto coinvolta nell’incidente con l’Orso ha riportato danni importanti. Ricordiamo che alcuni anni fa nella Marsica un motociclista morì per un impatto con un Lu
Inoltre, gli incidenti stradali con la fauna selvatica si concentrano in tratti particolari, come quello in questione, ed è fondamentale identificarli su mappa per indirizzare gli interventi. Da quanto ne sappiamo, gli operatori dell’Amministrazione Provinciale non hanno neanche il GPS con cui mappare nel tempo i casi di investimento stradale, quando in Tanzania, al Parco del Selous, i guardiaparco da anni georeferenziano i casi di bracconaggio con un attrezzo del costo di qualche centinaio di euro…
Il verbale parla chiaro, invitiamo a leggerlo, e quindi non lo commentiamo. Sappiamo che in questi giorni la provincia ha in corso un “problematico” (e dal forte impatto su fauna e flora di un sito di importanza comunitaria) intervento sulla “sicurezza” sulla Sannite per le reti paramassi del costo per la collettività di oltre un milione di euro. L’auto coinvolta nell’incidente con l’Orso ha riportato danni importanti. Ricordiamo che alcuni anni fa nella Marsica un motociclista morì per un impatto con un Lupo. Crediamo che sia legittimo chiedersi se esiste un approccio razionale o meno, con un’analisi dei costi-benefici e un’attenta pianificazione, al problema della sicurezza della circolazione e della gestione della fauna selvatica. Non vorremmo che, a parte il danno per il patrimonio faunistico, mentre copriamo di reti paramassi milionarie, la prossima volta ci scappi il morto per un più semplice (e prevedibile) incidente con un animale. Il rischio zero non esiste, ma bisogna tendere a questo obiettivo utilizzando, sia per il rischio incidenti per la fauna che per il rischio di caduta massi, le ormai poche risorse a disposizione in maniera efficace ed efficiente. Per il rischio di caduta servirebbe una pianificazione attenta con metodi scientifici stranoti e usati da anni in Nord Italia da tutti gli enti pubblici, che questa Riserva, da anni, richiede per iscritto, ma inutilmente. Per quanto riguarda la prevenzione del rischio di incidente stradale con la fauna selvatica, a mero titolo di esempio, proprio nel tratto interessato, esiste un sottopasso verso cui indirizzare la fauna invitandola con semplici recinzioni, del costo di poche migliaia di euro. Non ci pare che si stia lavorando in questa direzione da parte di Enti dalle risorse umane ed economiche (e dalla responsabilità sia verso i cittadini sia verso la tutela del simbolo della nostra Regione) ben più consistenti di quelle di una piccola Riserva, nonostante dopo quell’incontro siano morti investiti ben due orsi, quello a Pescasseroli (a maggio 2011) e quello a Tornimparte (aprile 2013).