Oricola. Sulla vicenda della scuola di Oricola intervengono un gruppo di giovani cittadini che vogliono dire la loro sulla vicenda. “Siamo noi
giovani a voler combattere e far sentire la nostra voce a persone che fino ad ora non ne hanno tenuto conto e che con il loro comportamento ci hanno portato a difendere i nostri interessi non tutelati più dal primo cittadino”, hanno spiegato i ragazzi, “la scuola di Oricola, come tutti ormai sanno, è stata dichiarata inagibile da una perizia effettuata nel mese di dicembre 2011. Nessuno di noi vuole che i propri figli e nipoti frequentino un edificio poco sicuro ed è per questo che chiediamo la temporanea sistemazione degli studenti presso la struttura da pochi anni esistente, sita in “ Monte Calvario”, finchè non verrà trovata una soluzione permanente che secondo noi dovrebbe essere la sistemazione del plesso scolastico che si trova in Piazza Livio Mariani Ci teniamo a puntualizzare che le nostre proteste a trasferire la scuola dal capoluogo alla frazione di Civita non è assolutamente un attacco agli abitanti di quest’ultima, né un voler accrescere il distacco tra Oricola e Civita che purtroppo, da qualche anno, si è venuto a creare a causa delle varie vicende politiche.Siamo contrari a questo trasferimento per il semplice fatto che la scuola di Civita non è, secondo noi, idonea ad accogliere tutti i bambini che dovranno frequentare le elementari viste le poche aule disponibili e l’adiacenza con le Poste che potrebbe mettere a rischio la sicurezza degli stessi scolari. La nostra battaglia è anche per far riaprire non provvisoriamente, ma definitivamente anche la scuola di Civita e mantenere l’asilo che oggi abbiamo! Vorremmo concludere mettendo a tacere quelle voci che ritengono responsabile la popolazione di Oricola delle intimidazioni fatte agli assessori e ai consiglieri di maggioranza. E’ vero che vogliamo “lottare”, ma noi non cadiamo in queste bassezze. Ci dispiace che sia proprio il sindaco a dare all’esterno un immagine di una popolazione incivile e violenta con ciò screditando una tradizione secolare di civiltà, di educazione e di bella storia”.