Tagliacozzo. Temevano di essere intercettati e i clienti preferivano contatti diretti o squilli, per evitare telefonate. E’quanto emerge dalle indagini per l’operazione “Hummer” che ha portato a sette ordini di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Alessandro De Luca (23), Vincenzo Casale (34), Luigi Liberati (44), Stefano Rubeo (31), tutti di Tagliacozzo, Luigi Barbonetti (24) di Luco, e con obbligo di dimora a Giuseppe Angeloni (19) di Magliano e Marcello De Luca (21) di Tagliacozzo. Nella vicenda sono indagati G.T., (20), P.C. (33), R.D.A. (18), F.P. (21), N.C. (35), G.P., ragazza, (19), tutti di Tagliacozzo, A.R. (37), F.B. (26) entrambi di Roma, E.D.G. (18) di Massa d’Albe, A.H. (37) ed E.K. (20) entrambi marocchini di Avezzano. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Roberto Savelli. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pasquale Motta, Alessandro Fanelli, Luca Motta, Antonio Pascale, Irma Conti e Alessandra Natale.
L’indagine dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo, coordinati dal capitano Edoardo Commandè, si è avvalsa infatti di indagini tradizionali che poi hanno permesso di avviare una serie di intercettazioni, alla fine consolidate e confermate da interrogatori. Gli indagati, però, e spesso anche i clienti abituali, temevano di essere intercettati e chiedevano quasi sempre di non parlare al telefono, nonostante l’uso di idiomi per sostituire la parola dosi come: gomme per auto, malloppone (quando erano diverse dosi), completino (una dose), euro, regalo, caffè, birretta, orologi, bottiglia e maglietta. Significative, secondo il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano, alcune conversazioni tra indagati e con i clienti.
In una conversazione tra due degli accusati sottoposti a misura restrittiva, Luigi Barbonetti e Alessandro De Luca, compagni di squadra del Tagliacozzo calcio, secondo il Gip, Francesca Proietti, “vengono contate le dosi di cocaina consumate e il denaro corrispondente”.
Alessandro: ma tu non te viene affaccià alla cena della squadra…
Luigi: eh se vengo vengo più tardi… non lo so.. ma senti un pò…ma tu uno non te lo sei pijato per te
Alessandro: eh?
Luigi: te lo sei preso uno per te, si?
Alessandro: no
Luigi: (imprecazione)…ce ne so rimasti solo du’
Alessandro: eh due…e ce ne semo fatti quattro nu.
Luigi: eh sci
Alessandro: … eh no quattro i’ ti e (Nome1), perchè non li semo fatti.
Luigi…ah quattro ce ne semo fatti?
Alessandro: eh quattro, perchè uno dietro là a quel campetto, uno quando semo venuti a San Donato, uno quando semo iti là a Sfratati, pe’ la via, quando semo iti pe’ l’Oriente
Luigi: eh
Alessandro: e n’atro prima che isssi a fa ‘na pelle co..co (Nome di ragazza) po du’ semo dati a Marcello, uno a (Nome2) e uno a Marcello eh ecco perchè so rimasti du.
Luigi:…ecco perchè allora
Alessandro: eh quindi ci deve dà, quindici, trenta, sessanta euro
Luigi: e a me m’ha dato…m’ha dato…mi sa (Nome1) mi ha dato una trentina d’euro. Mi pare
Alessandro: ah
Luigi: sei m’ha dato una trentina d’euro e me li so messi, li ho messi là…pe pagà quello…e Marcello e quello devono dà sessanta euro
Alessandro: se…e vabbè mo qualcosa lo mettiamo noi
Luigi: eh dovemo mette per forza qualcosa…e porcoddina ce ne semo fatti quattro.
Lo spaccio avveniva nei luoghi più comuni della città, anche di giorno e nella zona centrale. In questo caso, in una conversazione risalente alle fine di dicembre, Casale si accorda, secondo quanto accertato dai carabinieri che hanno poi ascoltato il testimone, per cedere della droga in centro a un giovane del posto.
Casale: Pronto…
Cliente: ahò me lo fai un favore (incomprensibile)
Casale: cha fatto
Cliente: senti un attimo quist de Roma?
Casale: damme?
Cliente: quij de Roma lo po’ sentì ‘nattimo?
Casale: eh embè?
Cliente: sintigli po’ ‘nattimo
Casale: (incomprensibile) sta apposto se vo
Cliente: c’ha fatto?
Casale: lo chiamo e sta apposto…
Cliente: ah vabbè allora va.. addò ci vedemo? (accavallamento di voci)
Casale: e, dimme tu, i stenco a calà mo dalla (incomprensibile)
Cliente: e allora ci vedemo, famme no squillo quando sta abballe
Casale propone un locale facilmente raggiungibile senza entrare in centro, ma il cliente si rifiuta bestemmiando, allora Casale propone “l’Alberone”, una grossa pianta che si trova nella zona di piazza Duca degli Abruzzi.
Cliente: eh, a j’alberone và.
Casale: vabbò te faccio no squillo quando stenco loco.. ciao
Cliente: sì, ciao
In un altro stralcio con un altro cliente quest’ultimo afferma:
Cliente: Senza sentirci più perché dopo devo sta con (Nome), è meglio che no mi chiamo con nessuno, mi fai un favore.
Oppure in una intercettazione tra un indagato e un cliente si afferma:
Indagato: “é, però parlamo a voce cioè…”
Cliente: “è? fra du giorni?
Indagat: “parlamo a voce (imprecazione)”
Cliente: Ah, ok ok..
Indagato: (incomprensibile) ma svegliate…
Nei prossimi giorni dovrebbe essere fissata la data degli interrogatori di garanzia.