Avezzano. Rischiano il rinvio a giudizio i 24 indagati nell’operazione antidroga che ha smantellato un traffico da Napoli alla Marsica gestito da una banda di albanesi residenti tra Avezzano e Tagliacozzo e da basisti italiani tutti del territorio. L’accusa per loro è di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. Nei guai sono finite 24 persone nei confronti delle quali la procura antimafia dell’Aquila ha chiuso le indagini preliminari all’inizio dell’anno e rinviato l’udienza a marzo. Il capo della banda è E.K., di nazionalità albanese, e gli altri componenti sono, secondo la procura, A.I., 64, S.M., 34, A.P., 31, V.P., 23, G.C, 37, P.C., 46, G.G., 33, D.O., 28, T.P., 21, tutti di Tagliacozzo, W.D’A., 40, dell’Aquila, S.K., 27, V.K., 34, E.K., 30, D.D., 30, N.K, 27, K.P. (detto Ciuci), 30, V.P. (Ladi), 30, P.N., 31, B.P., 25, F.P., 21, L.C., 25, N.K., 22, albanesi residenti tra Avezzano e Tagliacozzo. Secondo la direzione distrettuale antimafia e il procuratore Antonietta Picardi, lo spaccio avveniva soprattutto nelle piazze di Avezzano e di Tagliacozzo che erano diventati punti di riferimento per l’acquisto da parte di tutta la zona della Marsica. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pasquale Motta, Gianluca Motta, Antonio Milo, Leonardo Casciere, Renzo Lancia, Romeo Presutti, Mauro Ceci, Alessandro Caciotti, Carla Serra, Vincenzo Cipolletta, Attilio Cecchini, Romeo Prosciutti, Nello Sabatini. Le indagini sono state eseguite dai carabinieri.