Avezzano. Due anni e tre mesi di reclusione con l’accusa di omicidio stradale. È la sentenza che riguarda Franco Piccone, 56 anni, di Celano, che a seguito dell’incidente di due anni fa sulla Tiburtina, ha patteggiato. La decisione è presa dopo l’udienza di ieri pomeriggio. Il rinvio a giudizio dell’imputato era stato chiesto e ottenuto ad aprile dello scorso anno.
L’incidente stradale costò la vita ad Antonio Contestabile, pensionato di Avezzano. Nello schianto, avvenuto il 3 luglio del 2020 lungo la Tiburtina, non lontano dallo svincolo autostradale Aielli Celano, l’imprenditore celanese si scontrò con il 75enne, storico venditore di bici di Celano.
La Opel Corsa guidata da Contestabile, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, si stava immettendo sulla Tiburtina Valeria attraverso la rotatoria, proprio mentre sopraggiungeva il suv con alla guida l’imprenditore celanese. Nello schianto per il 75enne non c’era stato scampo, mentre Piccone era stato trasportato in pronto soccorso dove poi era risultato positivo ai test per droga e alcool.
Dopo la perizia che accertò la condotta di entrambi gli automobilisti, anche alla luce dei rilievi eseguiti dai carabinieri della compagnia di Avezzano, della stazione di Collarmele, al comando del maresciallo Antonia Di Genova, c’era stata la convalida del fermo, con interrogatorio per Piccone, accusato formalmente e messo ai domiciliari.
Era infine stato chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale e fissata l’udienza preliminare al 25 maggio prossimo 2021. Il pubblico ministero che ha coordinato le indagini è il sostituto procuratore Elisabetta Labanti, mentre Piccone era difeso dall’avvocato Antonio Milo.
Nel corso dell’udienza di ieri è stata formalizzata la rinuncia alla costituzione di parte civile in quanto la posizione è stata definita in via stragiudiziale.
La famiglia Contestabile era assistita dall’avvocato Mario Flammini (legale della moglie) e dall’avvocato Domenicantonio Angeloni (i figli). All’indomani dello schianto mortale sulla Tiburtina si erano riaccese anche le polemiche sulla necessità di rendere più sicure la trafficata arteria stradale teatro dell’incidente e le strade della zona che solo cinque mesi prima si erano portate via la giovane Sara Sforza di Aielli. Anche il quel caso il guidatore dell’altra auto era sotto l’effetto di sostanze alcoliche.