Roma. È iniziato oggi il secondo grado del processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne trovata senza vita nel bischetto di Fonte Cupa (oggi Fonte Serena), nel Frusinate.
Il primo grado si era concluso nel luglio del 2022, i giudici della Corte d’Assise di Cassino avevano assolto tutti gli imputati: il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Annamaria, e i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.
“Gli esiti dibattimentali non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio, la commissione in concorso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata”, si legge nella sentenza di primo grado. Sentenza impugnata dalla Procura di Cassino e dalle parti civili.
Più di un anno dopo – sei mesi sono trascorsi in attesa del deposito delle motivazioni dei giudici di Cassino – la vicenda sarà ora presa in esame dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma.
La Procura ha richiesto l’audizione di quarantaquattro persone – testimoni e consulenti – ritenute “indispensabili” ai fini dell’accertamento della verità.
La Corte, per il momento, ritiene utile ascoltare i consulenti e, per i testimoni, si deciderà di volta in volta. Prossima udienza, il 20 novembre. Le successive sono previste il 7, il 14 e il 21 dicembre, data quest’ultima in cui, come scrive Frosinone Today, potrebbe essere emessa la sentenza.
“Sono contento, molto contento. Anzi speriamo si faccia molta più luce, perché avere preclusioni? Noi siamo contenti, molto contenti.” È quanto dichiarato da Antonio Mollicone, lo zio di Serena. “Non è così frequente la riapertura di un processo, evidentemente la Corte vuole rendersi conto dell’attendibilità della sentenza di primo grado”, considera l’avvocato Sandro Salera, legale di parte civile di Consuelo Mollicone, sorella di Serena.