Avezzano. Gli imputati sono stati dichiarati incapaci di intendere e di volere al momento dell’omicidio. E’ quanto accaduto ieri mattina nel corso dell’udienza preliminare, la diciottesima, davanti al giudice del Tribunale di Avezzano Maria Proia, per l’omicidio di Erradi Said, giovane marocchino assassinato la notte tra il 3 e il 4 dicembre 2013 in Avezzano in via Jugoslavia, per il quale sono imputati Angelo Ferreri e Angelo Rodorigo, avezzanesi di 37 e 34 anni e per il qulae era accusato anche una terza persona, Antonello Ferreri (fratello di Angelo), venuto a mancare per morte naturale nel gennaio 2019.
Nella scorsa udienza del 2 aprile 2019 venne conferito al professor Paolo Capri l’incarico di svolgere, una perizia psichiatrica, circa la capacità processuale, la capacità di intendere e di volere all’epoca dei fatti e sulla eventuale pericolosità sociale sia per il Ferreri Angelo che per il Rodorigo Angelo, perizia già effettuata da parte di altro ctu Maria Luisa Rossi, che ebbe modo di ricevere le osservazione da parte del p.m. titolare del procedimento Lara Seccacini.
E’ stato ascoltato il perito nell’udienza di ieri davanti al Gup di Avezzano, e ha descritto il quadro evidenziando gravi problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti, una condotta di vita disordinata e ambienti di crescita e sviluppo decisamente poco idonei per i due imputati.
Sono stati entrambi ritenuti incapaci di intendere e di volere all’epoca dei fatti a causa delle psicopatologie di cui soffrivano; nonché il consulente ha ritenuto che se sottoposti a cura, sia farmacologica che psicoterapeutica, possono essere in grado di partecipare al processo, evidenziando la pericolosità sociale strettamente correlata dal punto di vista clinico, all’uso ed abuso di sostanze ed alla loro dipendenza tossica.
Richiesta di rito abbreviato condizionato all’acquisizione di documenti inerenti il percorso farmacologico che sta seguendo già da diverso tempo è stato avanzato da Ferreri. Stessa cosa per Rodorigo Angelo, giudizio abbreviato che si terrà il prossimo 3 marzo 2020, ove i difensori del Ferreri Angelo, Avvocati Roberto Verdecchia e Antonio Milo, e del Rodorigo Angelo Avvocato Stefano Guanciale, avanzeranno le loro richieste assolutorie seppure condizionate alle perizie in atti; così sarà onere del Lara Seccacini, la quale avanzerà le sue opportune ed ovvie richieste in tema di applicazione di misure di sicurezza per la pericolosità sociale riconosciuta ad entrambi nelle perizie depositate in atti.
I fatti risalgono alla notte fra il 3 e 4 dicembre 2013 quando il terzetto attese il marocchino in un bar della zona antistante Piazza Torlonia, per poi recarsi in prossimità di via Francia e via Jugoslavia.
Una volta lì, i quattro avrebbero dato vita ad una discussione riguardante una trattativa per questioni sorte in merito alla cessione di alcune dosi di stupefacenti. Il ragazzo marocchino, dopo la discussione, decise di allontanarsi, ma i tre (due in auto e uno a piedi) lo seguirono lungo una delle traverse di via Napoli; giunti all’altezza di via Jugoslavia, i due in auto decisero di “puntare” l’autovettura in direzione di Said Erradi facendolo urtare violentemente dapprima contro un cancello e provocandogli la morte a seguito della caduta su un masso presente in prossimità del luogo del sinistro.
Dopo il fatto, i tre si diedero alla fuga, ma a seguito della segnalazione di alcuni residenti del posto, con una indagine a dir poco fulminea, gli agenti del commissariato di polizia di Avezzano riuscirono a rintracciarli tutti, arrestarli e a ritrovare anche gli elementi comprovanti il reato commesso. Nonostante una iniziale misura cautelare convalidata solo nei confronti del Ferreri Angelo e non del deceduto fratello, il quale non si vide convalidare né l’arresto e nè tantomeno applicare la misura cautelare in carcere, da parte dell’allora gup Paolo Taviano, le indagini ebbero il loro corso e portarono ad una misura cautelare custodiale anche del Rodorigo Angelo e Ferreri Antonello solamente nel maggio 2014, a seguito delle indagini espletate dalla Procura della Repubblica, indagini coordinate dall’allora procuratore capo Vincenzo Barbieri, indagini che a seguito di ulteriore audizioni testi e acquisizioni immagini, nonché perizia disposta sul mezzo coinvolto, attribuivano diversificate iniziali responsabilità nei confronti degli stessi.