Luco dei Marsi. Ieri sera, presso il teatro delle suore trinitarie, è andata in scena la prima rappresentazione di “Ogni anne vè Natale” di Pierino Zi Frate . Una commedia piacevolmente anacronistica poiché, alle porte della primavera, Zi Frate ha deciso di farci immergere per la prima volta nella magica atmosfera del Natale, attraverso riti e tradizioni religiose e non, di una comunità agro-pastorale come quella di Luco di mezzo secolo fa. Al centro della storia c’è una famiglia colpita da un grave lutto. Eppure, attraverso la fede, la famiglia e gli abitanti della “rua”, ci si sforza comunque di organizzare un bel Natale, al di là delle durissime prove che la vita ci pone dinanzi. La fede, che dà speranza anche quando tutto sembra crollarci addosso; l’albero e il presepe, tradizioni a volte sottovalutate, ma che invece aiutano a costruire la magia del Natale; la famiglia, vero fulcro della vita sociale, che nonostante le debolezze e le difficoltà dei singoli, nei momenti di difficoltà riesce a coalizzarsi e a superare qualsiasi prova. E poi la “rua”, un elemento che solo chi ha avuto modo di abitare nei paesi come Luco, può capire fino in fondo. La “rua” è una famiglia allargata. L’anello di congiunzione, ormai purtroppo quasi del tutto sparito, tra la famiglia e la società. Dove non arriva la famiglia può arrivare la gente della “rua”: non solo consigli o aiuti come farebbe un qualsiasi vicino di casa, bensì un valido supporto, una sorta di cameratismo che crea uno “spirito di corpo” tutto speciale. Non si tratta solo di scambiarsi favori o di difendersi e aiutarsi l’un l’altro, ma si tratta di un aiuto vero e concreto in ogni situazione, che sia supporto morale o aiutare una persona in seria difficoltà. Tutto questo viene splendidamente rappresentato nella commedia dialettale di Zi Frate che, attraverso divertenti e toccanti scene di vita vissuta, fa capire quanto manchi alla società odierna questo piccolo ammortizzatore sociale. Un plauso va agli attori, tutti così bravi da farci dimenticare di essere a teatro, capaci di far commuovere e ridere come se ci si trovasse in prima persona davanti a una scena di vita. Ma c’è un particolare che fa capire quanto siano validi: l’interazione del pubblico con la commedia. Più volte durante lo spettacolo a qualcuno scappa un pensiero ad alta voce. Questo è un segnale inequivocabile che gli attori, con la loro maestria, sono riusciti nella difficile impresa di azzerare il divario tra pubblico e palcoscenico. Con questa nuova commedia, in definitiva, Zi Frate non ha solo fotografato un preciso momento storico, ma ha raccontato qualcosa di più, che scava nella memoria storica di una società e ci restituisce emozioni e memorie di un tempo che fu. Non mancate quindi ai prossimi appuntamenti che saranno il 2 – 8 – 9 aprile ore 20:45 (Luco dei Marsi, teatro suore trinitarie), 22 – 23 aprile ore 20:45 (Celano, auditorium “Enrico Fermi”) 29 aprile ore 20:45 (Avezzano, Castello Orsini Colonna) 30 aprile ore 16:00 e ore 20:45 e Avezzano (Avezzano, Castello Orsini Colonna). Si ricorda che il ricavato degli spettacoli del Teatro Dialettale Pro-Missioni andranno alle missioni delle suore trinitarie in Madagascar e nelle Filippine. Ulteriori informazioni si possono trovare sul sito o si possono richiedere via email a [email protected]. @francescoproia