Avezzano. Una vera e propria “denuncia” quella che arriva dal consigliere comunale di Avezzano, Ernesto Fracassi, che racconta quanto vissuto oggi “da comune cittadino che ha vissuto un’avventura che, avrebbe volentieri evitato”.
“Sinceramente oggi ho avuto modo di provare, sulla mia pelle, cosa significa sottoporsi, in questo periodo, ad un piccolo intervento di routine”, scrive in una nota diffusa alla stampa, “sono stato chiamato, per l’appunto, per una piccola operazione in day hospital presso il reparto di otorinolaringoiatria. Nei giorni precedenti alla pre ospedalizzazione sono stato sottoposto ad un tampone per accertare la mia negatività al Covid-19, e già da lì ho visto che gli stessi avvengono in un gazebo, al freddo e al gelo, in mezzo alla gente. Per non occupare un posto letto destinato a chi ne avesse eventualmente più bisogno di me e per non gravare sul sistema sanitario regionale, ho preferito declinare il ricovero il giorno precedente l’operazione, concordando di recarmi in ospedale direttamente la mattina dell’intervento. Anche perché non vedevo ragione di essere di peso dovendo operarmi nel pomeriggio. Arrivato in ospedale il 25 marzo, alle ore sette e trenta del mattino, ho faticato, e non poco, nel cercare il reparto di otorinolaringoiatria, questo perché è stato unito e senza indicazioni al reparto di ortopedia. Il personale, comunque gentile, mi ha fatto accomodare in uno spazio comune, sul corridoio, dove ho atteso fino alle ore dieci. Ovviamente l’attesa è avvenuta in uno spazio per me inadeguato, esposto a correnti e al passaggio comune. Dopo più di due ore di attesa, non essendo libero alcun posto, è stata verificata la possibilità di eseguire l’operazione in regime ambulatoriale. È sorto, però, ulteriore problema, perché nonostante abbia agito in massima correttezza, mi è stato riferito che per il regime ambulatoriale avrei dovuto pagare il ticket”.
“Cosa ritenuta da me giustissima, e quindi mi sono recato allo sportello per effettuare il pagamento. Tuttavia, trovandomi di fronte ad una lunga fila, ed essendo sottoposto al precedente forte stress ho preferito desistere. Sinceramente credo che non sia un problema legato all’emergenza attuale e che questa situazione abbia origini lontane nel tempo. Il personale fa quanto più possibile per accogliere e curare, ma si trova di fronte alla scarsa organizzazione ed a un numero di posti letto secondo me inadeguato alle esigenze di un territorio così grande e dove afferiscono persone provenienti anche dalle province limitrofe. Mi è stato raccontato che, i posti letto disponibili alla sera vengono occupati, nottetempo da ricoveri provenienti dal pronto soccorso cui non si riesce a trovare collocazione in maniera ottimale”, conclude, “così, quindi, accade che anche l’ordinario diventa straordinario. È quindi auspicabile che, la direzione sanitaria, per il bene comune, ponga rimedio una volta per tutte ad una situazione che va avanti da anni”.