Avezzano. Quale futuro per la Micron di Avezzano? Tra manifestazioni di protesta, tavoli tecnici e nuove richieste per la cassa integrazione nessuno si chiede ma cosa ne sarà di questa azienda che da lavoro a 1.623 persone ogni giorno. Da quando Sergio Galbiati, attuale direttore di Micron Italia, ha annunciato la vendita del sito non si è più saputo nulla. Tutti sono corsi ai ripari per tutelare il livello occupazionale del sito e garantire un futuro lavorativo agli operai. Ma questa azienda, seppur in molti dicono che non è appetibile perché ha all’interno macchine obsolete, qualcuno la dovrà comprare? Da qualche giorno tra le ultime novità sulla manifestazione, che si terrà domani pomeriggio davanti al ministero per lo Sviluppo economico di Roma in concomitanza con l’incontro tra i rappresentanti del governo, i delegati dell’azienda e le parti sociali, e la notizia che il sindaco Gianni Di Pangrazio e il presidente della Regione, Gianni Chiodi, hanno incontrato il sottosegretario Claudio De Vincentis per discutere insieme l’istituzione di un tavolo per la microelettronica sul quale finirà anche il caso Micron, si è cominciato anche a parlare di un possibile acquirente del sito marsicano: la “L Foundry” – Technology for your ideas. Potrebbe essere questa la chiave di volta per lo stabilimento di Avezzano? E se si verrebbe tutelato il livello occupazionale? In attesa di conoscere l’esito dell’incontro di domani al ministero per lo Sviluppo economico lo abbiamo chiesto al segretario provinciale della Fim-Cisl Antonello Tangredi che da oltre 20 anni segue le vertenze Micron. Tangredi ci ha spiegato in che modo si è arrivati a questo punto e soprattutto come il sito potrebbe continuare a camminare in futuro.