Avezzano. Sono stati condannati a un anno e otto mesi di reclusione. Si tratta di Goffredo Mascitti (imprenditore legale rappresentante della Irim srl che agiva per il gruppo di imprese che ha proposto gli interventi), Paolo Santoro (ingegnere nominato direttore dei lavori dalla Irim) e Massimo De Sanctis (dirigente tecnico del settore urbanistica del comune di Avezzano). Sono le pene (sospese) inflitte dal giudice del tribunale di Avezzano nell’ambito del procedimento penale scaturito dall’inchiesta sulla costruzione dei nuovi uffici comunali di Avezzano.
Il legale rappresentante dell’azienda Irim è stato invece condannato al pagamento della sanzione pecuniaria di 20mila euro. Gli imputati sono stati condannati al risarcimento in solido dei danni alla parte civile costituita da liquidarsi in separato giudizio civile, disponendo, allo stato, una provvisionale di un milione di euro a carico di tutti gli imputati in solido. La parte civile rappresentata dall’avvocato Leonardo Casciere, per conto dell’amministrazione comunale, aveva chiesto un risarcimento di oltre 12 milioni di euro. L’inchiesta era coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato.
Il collegio di difesa (Crescenso Presutti, Mario Petrella, Herbert Simone, Attilio Cecchini e Domenicantonio Angeloni, Colucci Franco) il 28 settembre aveva illustrato al Gup, Maria Proia, nell’ambito del giudizio abbreviato, le motivazioni tendenti a smontare l’accusa, ma le prove a carico degli accusati sono state ritenute consistenti dal giudice. La vicenda si trascina da oltre 13 anni anni, quando la Giunta comunale presieduta dall’allora sindaco, Antonello Floris presentò un progetto per la realizzazione di un edificio nella zona nord della città e che avrebbe dovuto ospitare tutti gli uffici comunali e riqualificare il quartiere. Il costo della struttura, che ora si trova lì non utilizzata e ancora da completare, era stato stimato intorno ai 6,5 milioni di euro ricavabili, in parte, da finanziamenti pubblici. Secondo la Procura, che all’epoca aprì l’inchiesta, l’operazione di variante del 2007 avrebbe fatto raddoppiare il costo dell’opera, nonostante le assicurazioni dell’assenza di costi ulteriori. Nell’ambito dell’inchiesta fu rinviato a giudizio l’ex assessore all’urbanistica, Vincenzo Ridolfi, difeso dagli avvocati Roberto Verdecchia e Alfredo Iacone, che è stato assolto con altro procedimento perché il fatto non sussiste.