Avezzano. “Senza sorpresa apprendo, purtroppo, una notizia che ritenevo scontata e cioè che in relazione alla vicenda del nuovo Municipio, il Comune dovrà corrispondere ad Irim Srl la somma indicata nell’atto di transazione, vale a dire circa 2 milioni di euro”. Lo afferma in una nota l’ex sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis.
“Questo significa”, spiega l’ex primo cittadino, “che i cittadini dovranno pagare oltre 500mila euro in più rispetto alla transazione che avevamo predisposto durante la mia amministrazione e che non è stata conclusa a causa della caduta del Consiglio comunale. Qualche giorno fa, infatti, il tribunale di Avezzano si è espresso contro la sospensione del pagamento, invocata dal Comune. Gli inopportuni toni trionfalistici utilizzati dal sindaco Di Pangrazio per celebrare l’effimero successo all’indomani della sospensione del precetto, che era stata inizialmente decretata in assenza dell’Irim, devono quindi cedere il passo alla dura realtà delle carte processuali”.
“Esprimo invece profondo rammarico”, sottolinea, “per quell’accordo faticosamente raggiunto con Irim dalla mia amministrazione per una transazione che avrebbe fatto risparmiare alla Città oltre mezzo milione di euro, accordo prima vanificato dal commissariamento causato dagli ormai noti tre ex consiglieri Rosa, Francesconi e Natale e poi aggravato dall’attuale gestione della vicenda. Infatti, oltre a dover corrispondere l’intero importo di 2 milioni, contro l’iniziale 1,5 predisposto dalla mia amministrazione, il Comune dovrà pagare anche le spese di questo inutile quanto avventuroso procedimento giudiziale. Comprese le parcelle di due legali esterni incaricati dall’attuale amministrazione: l’avvocato Cinzia Basilico, compagna di cordata dell’assessore al bilancio, Loreta Ruscio, moglie dell’ex consigliere Rosa che nel 2016 dette su questa vicenda un errato parere legale al Comune, e dell’avvocato Alessandra Sucapane, molto attiva in campagna elettorale a fianco di Di Pangrazio”.
“Sconcerto invece suscita l’intera vicenda del contratto di quartiere (o del Comune nuovo come si usa) che può definirsi come il decalogo di una pessima amministrazione”, precisa De Angelis, “da ultimo, per esempio, la notizia apparsa sul sito del Comune il 17 febbraio scorso con cui si comunica che il sindaco ha allestito una “task force” per dare corso ai lavori di completamento del nuovo palazzo municipale, scegliendo tra i componenti del gruppo di lavoro anche il dirigente del Settore Urbanistica. Notizia di poco conto se non si trattasse dello stesso dirigente che è stato condannato in primo grado per il reato di tragga aggravata ai danni del Comune di Avezzano, proprio per la vicenda legata alla realizzazione del nuovo Municipio. La pena a cui è stato condannato è di un anno e 8 mesi di reclusione e il Comune è tutt’oggi costituito, contro quel dirigente, come parte civile nella causa penale pendente innanzi alla Corte di Appello, avendo questi subìto, seppure in via generica, anche la condanna al risarcimento dei danni stimati dai periti in circa 11 milioni di euro”.
“Com’è possibile che il sindaco Di Pangrazio”, tuona De Angelis, “per seguire il completamento del nuovo Municipio, abbia scelto una persona condannata in primo grado per il reato di truffa ai danni del Comune proprio per la vicenda legata alla realizzazione di questo immobile? Com’è possibile che abbia “dimenticato” che uno dei componenti che ha scelto per la “task force” da lui creata per i lavori di ultimazione è stato anche condannato, in solido con gli altri condannati, al pagamento della provvisionale di 1 milione di euro in favore del Comune proprio per la questione relativa ai lavori del nuovo Municipio?”
“Ed infine, com’è possibile che nessuno abbia mai chiesto agli ex amministratori comunali, imputati dalla corte dei conti per questo disastro, il perché abbiano costruito un edificio di 8500 metri quadri quando trasferendo tutti gli uffici comunali occorrerebbero appena 3600 mq? Tanti, troppi lati bui nella gestione di quest’opera pubblica.
Certamente”, conclude l’ex sindaco di Avezzano, “l’aspetto più triste di tutta questa grave vicenda, è che a rimetterci sono i cittadini, fortemente penalizzati anche in termini economici, poiché dovranno pagare oltre mezzo milione di euro in più per tentare di venire a capo di una questione che dura da decenni e per la quale hanno già speso 6 milioni di euro senza poter ancora usufruire della struttura”.