Avezzano. Inizia un nuovo anno pastorale. Il vescovo dei Marsi Pietro Santoro lo ha inaugurato ieri pomeriggio con la celebrazione solenne in Cattedrale alla presenza dei sacerdoti e dei parroci della diocesi. Tutta la Chiesa marsicana ha partecipato insieme al suo Pastore all’importante momento di ringraziamento, di preghiera a Dio e di affidamento della missione che si rinnova. Il vescovo, oltre ai temi pastorali che riguardano l’intera comunità, ha toccato, nel corso dell’omelia, quelli riguardanti la società marsicana, come il lavoro, i giovani, la povertà e l’emarginazione. “Dobbiamo tradurre nella vita l’orizzonte di papa Francesco con l’uscita verso le periferie”, ha affermato il vescovo durante l’omelia parlando ai sacerdoti, “una chiesa in ‘uscita verso’, non è uno slogan, è una dimensione. Non si tratta di riorganizzare, ma di convertire una pastorale verso la missione, dove le persone sono periferia di se stesse. Una pastorale che non dice più ‘aspettiamo che vengano’, ma che ‘va verso’. Le parrocchie, le associazioni e tutte le realtà”, ha spiegato, “devono essere strettamente connesse al cammino delle parrocchie. Nessun cammino parallelo al di fuori e tanto meno contro”, ha poi sottolineato l’importanza delle realtà laiche della Chiesa. “Valorizzare i laici con una chiave missionaria non è una tecnica ma è una chiave missionaria. In questa chiave invito a frequentare l’istituto diocesano di pastorale che inizierà il 4 novembre. Una base dottrinale anche per il conferimento dei ministeri (lettorato, accolitato, diaconato e dell’eucarestia, della consolazione e della carità sociale).
Poi ha individuato le priorità dell’apostolato: la famiglia e i giovani.
“La famiglia richiede un accompagnamento all’amore stabile, ai figli e alla custodia degli anziani”, ha sottolineato, “i giovani che vanno via dopo la cresima, invece, è un fatto che non regge più. Non si proporne il fascino della devozione per Gesù, né un gruppo per continuare a crescere nella gioia in Gesù Cristo. ‘E ti vengo a cercare’, non è solo il titolo di una canzone di Battiato”.
Il vescovo inoltre ha ricordato che il 2015 sarà l’anno della vita consacrata:”i religiosi devono essere uomini e donne capaci di risvegliare il mondo. Gli educatori sono realtà importanti ma necessitano di continua formazione”. L’assemblea diocesana ci sarà il 16 dicembre.
Poi ha parlato della ricorrenza del sisma del 1915. “Sarà l’anno del terremoto”, ha detto il vescovo, “non c’è paese che non sia astato toccato da questa tragedia. Fare memoria non dovrà essere solo uno sfogliare di foto, ma sarà l’occasione per rimodulare l’impegno per il dolore che ancora oggi c’è, come la povertà, il dolore, l’emarginatone”. Monsignor Pietro Santoro ha infine annunciato che il convegno ecclesiale diocesano si terrà il 20 e 21 novembre. “Ogni parrocchia e ogni realtà”, ha concluso, “scelga i propri delegati che saranno coinvolti in tutti i momenti del convegno”.