“Detto ciò”, si legge ancora, “ci stupisce invece leggere nella sentenza del Consiglio di Stato passaggi che equiparano l’impatto ecologico inevitabile delle attività di costruzione di un impianto sciistico (sbancamenti, innalzamento dei pilastri per le teleferiche, costruzione di bacini di raccolta dell’acqua per l’innevamento artificiale) con quelli potenziali derivanti dal pascolo o dalla presenza di escursionisti. Il sovrapascolo e un eccessivo afflusso di escursionisti sono attività potenzialmente impattanti, sì, ma che possono essere gestite tramite appositi regolamenti e un attento controllo del territorio. Diversamente, una volta che ettari di prateria di alta quota e altri habitat tipici delle nostre montagne vengono devastati per la costruzione di un impianto la perdita di biodiversità che ne deriva è irreversibile. Può sembrare una sciocchezza il rischio di perdere alcune popolazioni della “vipera oggetto di tutela”, come la Corte definisce Vipera ursinii ursinii, sottospecie presente solo in Appennino centrale e sulle Alpi francesi e oggetto di massima protezione a livello comunitario, ma non lo è. Nessun elemento dei delicati ecosistemi montani può essere sacrificato con disinvoltura alla brama di infrastrutturazione: gli ecosistemi naturali persistono nel tempo, fornendo all’umanità svariati ‘servizi’ (acqua potabile, cibo, controllo dei patogeni ecc.), proprio perché ogni elemento contribuisce al loro funzionamento. È saggio tagliarsi spontaneamente una delle dita di una mano perché ‘tanto ne ho altre quattro’? Noi crediamo di no, e crediamo che, a prescindere dall’esito sfavorevole di questa sentenza, la battaglia per far uscire la transizione ecologica dalle gabbie della propaganda rendendola invece chiave di volta del nostro futuro sia appena iniziata.”
“Noi non ci tireremo indietro”, concludono Cerasoli e Iannarelli, “ci auguriamo che anche il PD del ‘nuovo corso ecologista’, che starebbe prendendo piede nel partito dopo la vittoria di Elly Schlein, faccia lo stesso abbandonando definitivamente i rigurgiti sviluppisti e prendendo posizioni chiare su questi temi. Giustizia sociale e tutela ambientale sono orizzonti politici inseparabili ed imprescindibili se vogliamo consegnare alle future generazioni un Pianeta e una società a misura di esser umano: il tempo di agire è ora.”