Ovindoli. Arriva anche la posizione del sindaco di Ovindoli, Angelo Ciminelli, in merito alla decisione del Tar dell’Aquila che ha bocciato il progetto dei nuovi impianti da sci a Ovindoli, annullando definitivamente le autorizzazioni concesse da Regione Abruzzo e Comune.
In tanti si stanno organizzando, tra cui maestri di sci associazioni sportive e vari gruppi, per creare un comitato che si opponga a questa decisione.
Per il primo cittadino di Ovindoli la decisione del Tar è “Inaccettabile. Siamo a lavoro”, scrive sui social Ciminelli, con i nostri legali già da ieri pomeriggio insieme al legale della regione Abruzzo Valeri. Faremo di tutto per garantire lo sviluppo territoriale compatibile con la natura e le nostre splendide montagne”.
Nuove piste sci a Ovindoli, il Tar dice no ma Angelosante incalza: “Non ci arrendiamo”
Il Tar aveva concesso la sospensiva nel luglio scorso. Il ricorso era stato depositato dalle associazioni Salviamo l’Orso, Stazione Ornitologica Abruzzese, LIPU, Mountain Wilderness e CAI. Per le associazioni, “è un’importante vittoria a favore di habitat e specie rarissime protette a livello internazionale. Rimane lo sconcerto per i reiterati tentativi di spendere milioni di euro di denaro pubblico per nuovi impianti all’interno di un parco in piena epoca di crisi climatica”. “I giudici hanno censurato pesantemente l’operato del Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo e del Comune di Ovindoli accogliendo diversi dei motivi di ricorso – si legge ancora nella nota -. Si va dal mancato coinvolgimento nella procedura dei Carabinieri-Forestali che gestiscono la Riserva Monte Velino alla valutazione di incidenza ambientale fatta dal geometra comunale privo delle competenze necessarie, dall’aver omesso una nuova valutazione paesaggistica da parte della Soprintendenza dopo che il progetto era stato modificato alla violazione della legge istitutiva del Parco in quanto per i giudici ‘si tratta chiaramente di modificazioni rilevanti e irreversibili dello stato geomorfologico del paesaggio, tali da integrare l’ipotesi di danneggiamento delle formazioni minerali vietato dalla disposizione citata”.