Avezzano. Dodici persone su 100 in Italia e nel mondo soffrono di emicrania con ricadute gravi sulla quotidianità: oltre alle assenze al lavoro, tante difficoltà nella vita di relazione e sofferenza. Una patologia seria e spesso sottovalutata che colpisce prevalentemente tra i 30-50 anni e che, nella forma cronica, si manifesta con almeno 15 attacchi al mese, fino ad avere mal di testa tutti i giorni.
Dei nuovi farmaci, che hanno aperto orizzonti innovativi nella cura della malattia, si è parlato durante il congresso interregionale Sisc (società italiana studio cefalee) svoltosi per la prima volta ad Avezzano, giovedì e venerdì scorsi nella sala convegni dell’Arssa. Ai lavori, dal titolo: ‘L’emicrania, l’inizio di una nuova era’, organizzati dalla professoressa Simona Sacco, direttore del reparto di neurologia e stroke unit dell’ospedale di Avezzano, hanno partecipato firme importanti della disciplina italiana, tra cui la professoressa Paola Sarchielli dell’Università di Perugia (coorganizzatrice dei lavori) e il presidente nazionale della Sisc, professor Pierangelo Geppetti, del centro cefalee dell’Università di Firenze.
Al congresso interregionale Abruzzo-Marche-Umbria sono intervenuti relatori di diverse regioni italiani che hanno analizzato i temi al centro del focus alla presenza di circa 100 specialisti. L’ospedale di Avezzano, a livello regionale e nazionale, è tra i primi a praticare le nuove terapie legate ai nuovi farmaci. Le novità terapeutiche, in particolare, vengono somministrate da alcuni mesi nell’ambulatorio del presidio marsicano, diretto dalla Sacco, aperto nel gennaio scorso. C’è stata una forte risposta dell’utenza, marsicana e non, tanto che le visite effettuate negli ultimi 3 mesi sono state oltre 300.
“I nuovi farmaci, che siamo tra i primi centri in Italia a somministrare”, dichiara la Sacco, “non sono di uso comune ma agiscono sul meccanismo fisiopatogenetico dell’emicrania e risultano più efficaci e ben tollerati. Va però specificato”, aggiunge la Sacco, “che l’uso di questi nuovi prodotti è appropriato solo per casi gravi oppure quando il paziente non risponde al trattamento tradizionale. Il congresso regionale”, conclude la Sacco, “è stato un momento importante di confronto su questo argomento con specialisti di fama nazionale”. L’emicrania, soprattutto nelle manifestazioni più acute, può essere causa invalidante e in grado di condizionare pesantemente la vita quotidiana. Colpisce tutte le categorie sociali e ne soffrono molto di più le donne (2 su 3), per cause probabilmente riconducibili a fattori genetici e ormonali. I trattamenti per curare l’emicrania possono durare mesi oppure anni, a seconda del caso specifico, e richiedono un costante monitoraggio dello specialista.