Ovindoli. Il Tar dell’Aquila con sentenza 01/2022 pubblicata ieri ha annullato definitivamente le autorizzazioni concesse da Regione Abruzzo e Comune di Ovindoli per la realizzazione di nuovi impianti da sci e relative piste nello stesso Comune dove si trova una importante stazione invernale: lo ha fatto sapere con una nota la Stazione ornitologica abruzzese Onlus, che sottolinea come se le nove piste fossero state autorizzate, “avrebbero comportato lo sbancamento e, quindi, la completa distruzione di oltre 10 ettari di rarissimi habitat di prateria di alta quota nel Parco del Sirente Velino, in una Zona di Protezione Speciale per l’Unione Europea, con gravissimo impatto sulle specie presenti”.
All’indomani della decisione del Tar arriva il commento di Simone Angelosante, già sindaco di Ovindoli per 15 anni e consigliere regionale abruzzese in quota Valore è Abruzzo. “Rispettiamo la sentenza del Tar che blocca gli impianti nuovi di Ovindoli”, sottolinea l’ex primo cittadino, “ma non ci arrendiamo e non la daremo vinta. Non permetteremo che i finanziamenti prendano altre strade. In Regione stiamo già studiando soluzioni alternative rapide che incrementino la qualità e la quantità del turismo dello sci in quota. Batteremo gli integralisti con le loro stesse armi. Perdere una battaglia”, precisa, “non significa perdere la guerra”.
“L’inizio dei lavori era previsto per la primavera, parliamo di un progetto del 2016 che prevede come primo lotto la realizzazione di tre nuovi impianti di risalita di ultima generazione e sette nuove piste da sci”, precisa Angelosante, “le sentenze si rispettano, ma noi non ci arrendiamo e non permetteremo che i fondi vengano destinati altrove. Inoltre, sarebbe una mazzata per il settore turistico e per l’indotto che il nostro territorio. Per i giudici si tratta di modificazioni rilevanti e irreversibili dello stato geomorfologico del paesaggio”.
Il Tar aveva concesso la sospensiva nel luglio scorso. Il ricorso era stato depositato dalle associazioni Salviamo l’Orso, Stazione Ornitologica Abruzzese, LIPU, Mountain Wilderness e CAI. Per le associazioni, “è un’importante vittoria a favore di habitat e specie rarissime protette a livello internazionale. Rimane lo sconcerto per i reiterati tentativi di spendere milioni di euro di denaro pubblico per nuovi impianti all’interno di un parco in piena epoca di crisi climatica”. “I giudici hanno censurato pesantemente l’operato del Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo e del Comune di Ovindoli accogliendo diversi dei motivi di ricorso – si legge ancora nella nota -. Si va dal mancato coinvolgimento nella procedura dei Carabinieri-Forestali che gestiscono la Riserva Monte Velino alla valutazione di incidenza ambientale fatta dal geometra comunale privo delle competenze necessarie, dall’aver omesso una nuova valutazione paesaggistica da parte della Soprintendenza dopo che il progetto era stato modificato alla violazione della legge istitutiva del Parco in quanto per i giudici ‘si tratta chiaramente di modificazioni rilevanti e irreversibili dello stato geomorfologico del paesaggio, tali da integrare l’ipotesi di danneggiamento delle formazioni minerali vietato dalla disposizione citata”.