Ieri pomeriggio, l’università più grande d’Europa per numero d’iscritti ha conosciuto il volto della nuova rettrice, Antonella Polimeni. Per la prima volta dopo 700 anni, sarà una donna a guidare La Sapienza . Già direttrice della facoltà di medicina e odontoiatria, la Polimeni, ha ottenuto la maggioranza assoluta, pari al 60,7% e superando così i due sfidanti Federico Masini e Vincenzo Nesi e succedendo per il sessennio 2020-2026 al rettore Eugenio Gaudio. Il caso ha voluto che proprio ieri mattina, Gaudio ha effettuato una delle sue ultime interviste in qualità di rettore proprio ai microfoni di Marsicalive. Da Aprile Consigliere al Ministero dell’università e della ricerca, rettore della Sapienza dal 2014, docente di anatomia e in passato anche Rettore dell’Università dell’Aquila, Gaudio ha commentato la sua esperienza nell’università, con un’analisi anche sull’emergenza sanitaria. E sull’aiuto che possono offrire i giovani specializzandi.
Cosa le lascia questa esperienza come Rettore dell’università più grande d’Europa?
Un’esperienza bella, ricca, impegnativa, ho dedicato tutto il mio tempo alla Sapienza, un’università con 115mila studenti, 15mila dipendenti e migliaia di rapporti internazionali. Ho eseguito tutto il mio lavoro con piacere e onore, specie nelle relazione con l’estero, dove ho potuto rappresentare la nostra università con sette secoli di storia, ma nel contempo rappresentavo nel mondo universitario anche la millenaria città di Roma. Ho potuto stringere rapporti e intese con le più grandi università mondiali, da Harvard a Pechino e ho avuto il piacere di incontrare giovani di grandissimo valore in tutte le facoltà, motivati, internazionalizzati e con la passione di approfondire il proprio percorso.
Nomi come Marconi, Ungaretti, Fermi, Pirandello hanno formato la tradizione molto alta dell’ateneo e il corpo docente di oggi non fa che onorarla grandemente.Cosa consiglia al suo successore? (L’elezione della Polimeni non era ancora certificato)
Consiglierei di proseguire sulla strada dell’internazionalizzazione, perché in questo modo siamo motivati ad alzare il livello di qualità. Investire sul tutorato per le matricole, aumentare le borse di studio per i giovani, investire sulle ricerche. L’università non solo crea uno studente migliore, ma un cittadino migliore. Una persona che non grida, non prevarica, ma che con la validità delle argomentazioni porta avanti le proprie idee.
Come possono essere di supporto i giovani universitari per affrontare questa emergenza sanitaria?
Proprio in questi giorni, con la Regione Lazio abbiamo fatto sì che gli specializzandi delle facoltà medico-sanitarie potessero essere assunti dalle aziende sanitarie locali per affrontare l’emergenza. Un raddoppio degli assunti, rispetto ai tempi di normale amministrazione. Giovani che con la loro passione e la loro qualità di formazione andranno a dare una mano nei reparti in cui si necessita di una mano qualificata. Al tempo, fui rettore anche all’Aquila, e in relazione all’emergenza che il territorio sta vivendo, penso che anche lì i giovani, se supportati bene, possono essere una chiave per superare l’emergenza.
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