L’Aquila. Due mesi fa era stato costretto a interrompere la sua missione umanitaria per ragioni di sicurezze legato alle tensioni nell’area di Goma, la città più importante del Nord Kivu. In questi giorni, Francesco Barone, docente universitario all’Aquila e presidente della onlus “Help senza confini”, è tornato nella stessa area del Congo per consegnare alimenti, medicine e altri beni di prima necessità alle popolazioni povere congolesi.
Nello scorso mese di giugno, la zona era stata fortemente interessata da disordini e delle violenze, scoppiate a seguito dei combattimenti tra il gruppo ribelle M23 e l’esercito regolare congolese. Barone, operatore umanitario e “ambasciatore di pace”, alla sua 56esima missione in Africa, è attualmente impegnato con interventi concreti a favore dei bambini e delle donne che vivono in condizioni di precarietà economiche e sociali. “Rispetto a due mesi fa, la situazione sotto il profilo della sicurezza è migliorata”, spiega, raggiunto telefonicamente . Questo viaggio mi ha comunque consentito di percorrere la strada che congiunge Goma fino al villaggio Kibumba, e conoscere esattamente il posto dove sono stati barbaramente assassinati l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista Mustapha Milambo”. Una situazione che resta drammatica per la popolazione del Nord Kivu fra cui continua a dilagare la povertà, migliaia di persone vivono in condizioni davvero disperate, non disponendo di alimenti e acqua potabile. Il tasso di scolarizzazione è moto basso. Necessitano interventi urgenti da parte dei Governi internazionali, al fine di evitare nuovi drammatici scenari”.