Per descrivervi la prima parte di questo giorno vorrei darvi vari punti di vista: il punto di vista degli automobilisti romani, chi era spazientito, chi era incuriosito e faceva dei video; il punto di vista di tutte le persone dello staff, le guardie e i militari, gli operatori che distribuivano l’acqua e il cibo; il punto di vista di tutti i fedeli stranieri, con cui abbiamo scambiato spille, portachiavi, amuleti, braccialetti; il punto di vista di noi pellegrini di Avezzano e Lanciano, due Diocesi che hanno affrontato il caldo tremendo, la lunga strada e il peso degli zaini, che era diviso in pacchi di cibo, sacche, scatole di polistirolo; insomma, un cammino della resilienza. Tuttavia nella fatica riuscivamo a trovare l’aiuto per l’altro, quando uno aveva bisogno di avere un peso in meno c’era sempre uno disposto a caricarlo.
Prima di raggiungere Tor Vergata, dove si svolge la veglia e la Santa Messa, nella mattina abbiamo visitato la Basilica Maggiore Giovanni in Laterano, passando dalla porta Santa (per la seconda volta questa settimana, considerando Santa Maria Maggiore). Da lì abbiamo preso la metro per poi iniziare questo lungo cammino (10 km circa) tutti insieme. Quando stavamo per arrivare all’ingresso c’era un ponte che brulicava di persone. Per chi ricorda, due anni fa descrissi tutte quelle persone come un mare di genti, mentre oggi, su quel ponte, ho visto un fiume in piena che gli argini a malapena contenevano, un fiume multicolore, pieno di bandiere, rumoroso di tamburi e chitarre, un fiume giovane che sfociava in un mare, nei prati di Tor Vergata.
Partiti alle 7 e 10, arrivati alle 3 e 20, per il resto del pomeriggio ci è sembrato giusto riposarci (non senza qualche insolazione), e solo verso sera abbiamo iniziato a conoscere nuovi giovani di tutto il mondo. Verso le 7 e 30 abbiamo visto un elicottero bianco che planava verso il palco: il Papa è arrivato. Gente che correva, gente che gridava, tutti un trepidazione; anche noi eravamo emozionati, ma non è passato davanti la nostra strada purtroppo. Tuttavia ognuno non si è sentito triste, abbiamo ancora domani, e la notte è ancora lunga. Alle 9 è iniziata la Veglia, con l’adorazione eucaristica, domande fatte da giovani in tutte le lingue, risposte del Papa in inglese, italiano, francese, spagnolo, e la presenza del Volo che ha fatto emozionare tutti i presenti.
Nel discorso ha parlato ovviamente dell’invito alla pace, all’amore e all’amicizia, ma un punto che mi ha colpito è stato il suo invito a scegliere: sono le scelte che decretano chi siamo, le scelte ci aiutano a creare un mondo migliore, e anche quelle impegnative non devono spaventarci o farci retrocedere.
Parole davvero importanti e non scontate, ma utili agli occhi di giovani che vivono in un mondo pieno di incertezza dove scegliere è ciò che ci impaurisce di più. Ancora una volta Papa Leone XIV si è confermato come una persona di grande energia, un equilibrio tra la solennità e la vicinanza ad ognuno di noi. Valerio Montaldi